da Francesco Mandarini | Mag 22, 2009
Il mondo della comunicazione è attonito di fronte al crollo di giornali e di grandi gruppi editoriali. Non si contano le testate storiche americane che hanno chiuso i battenti o che hanno smesso di stampare giornali per andare in rete utilizzando internet. Migliaia di giornalisti sono stati licenziati ad ogni latitudine E testate che hanno fatto la storia del giornalismo sono in crisi. Il mitico New York Times ha appena messo in vendita la sede progettata dall’Architetto Piano. Le ragioni del crollo dell’informazione a mezzo stampa sono molteplici, ma ciò che ha accelerato il processo negativo è stata la crisi globale del modello economico basato sul consumismo e sulla finanziarizzazione dell’economia mondiale. Meno lettori, meno pubblicità e i tagli dei costi non sono sufficienti a recuperare la contrazione dei ricavi. E’ una tendenza generale che in Italia riguarda le grandi e le piccole testate, tra queste i giornali più squisitamente politici o organi di movimenti politici sono praticamente alla frutta. Tra quelli riposizionabili nella sinistra o nel centrosinistra la situazione è vicina al collasso. Testate come l’Unità , Rifondazione o Manifesto hanno situazioni di bilancio che definire precarie è un eufemismo. Nemmeno la generosità dei sottoscrittori riesce a recuperare la contrazione delle vendite. In questo quadro difficile per la stampa di sinistra sapete che sta succedendo? Escono altri tre giornali dell’area di sinistra. Avete capito bene. (altro…)
da Francesco Mandarini | Mag 13, 2009
Le liste sono state ufficializzate e chi ne ha voglia potrà leggere tutti i candidati per le prossime elezioni amministrative e quelle per l’elezione dei membri del parlamento europeo e scegliere per chi votare. E’ esercizio inutile qualsiasi discorso attorno alla presenza della società civile o degli apparati amministrativi già conosciuti. C’è di tutto e di più. Senza senso anche valutare quanto le liste siano innovative rispetto al già conosciuto. I candidati rappresentano bene lo stato della politica dei tempi che viviamo ed anche le figure emergenti in parti significative della società sono inserite nelle liste di tutti i partiti. Partecipando al funerale del professor Roberto Abbondanza, perfetto esempio dell’uomo di cultura prestato alla politica e che alla politica culturale dell’Umbria tanto ha dato, ho pensato che i partiti attuali non sono più in grado di mettere a disposizione un ruolo nelle strutture pubbliche delle intelligenze “indipendenti” pur ancor oggi presenti nella società . La possibilità di trovare l’eccellenza da mettere a disposizione dell’impegno politico si scontra ormai con la scarsità di posti e con l’appetito di troppi. Sono ormai anni, decenni si potrebbe asserire, che i partiti non riescono a riprodurre gruppi dirigenti espressione della realtà del Paese. Al vecchio meccanismo della cooptazione si è sostituita la leaderite e agglomerati chiusi come testuggini romane che dipendono dal capo feudo e a questi rispondono. La politica è ormai sostanzialmente un mondo separato a cui si può accedere soltanto attraverso i meccanismi elettorali. Per accedervi devi rispondere alle aspettative del capo squadra. La balla delle primarie ha ballato una sola estate. Scomparso il dirigente di partito formato attraverso un lungo tirocinio nella costruzione di un qualche movimento sociale o attraverso l’acculturazione politica nelle sperdute sezioni, ormai d’altra parte quasi inesistenti. Per i partiti leggeri, nell’era del berlusconismo, ciò che è decisivo è soltanto la partecipazione alla gestione della macchina pubblica. Tutto si svolge all’interno delle giunte o dei consigli ed è là che bisogna essere. Quella politica è diventata una carriera come le altre. Una sorta di impiego pubblico con i vari avanzamenti di ruolo, di promozioni conquistate dopo lotte intestine per la conquista del feudo. (altro…)
da Francesco Mandarini | Mag 5, 2009
Una settimana vissuta all’insegna del grande spettacolo della politica. Uno spettacolo che ai più vecchi ricorda le meraviglie degli avanspettacoli che negli anni ’50 precedevano la visione dei film.
Se c’è un protagonista assoluto e indiscusso, questi è il Cavaliere di Arcore. Nella settimana ha dato il meglio di sè. Con la sua vivace capacità dialettica è riuscito ad essere protagonista svolgendo diversi ruoli come avveniva per i grandi mattatori del passato nelle commedie all’italiana. Al confronto Vittorio Gassman è stato un dilettante. Come capo del PDL ha aperto il fronte delle candidature al Parlamento Europeo promettendo volti nuovi per lo spettacolo politico costringendo i “ben pensanti” ad una levata di scudi contro le veline. Nel ruolo di presidente dell’A.c. Milan, ha accusato l’Inter di aver rubato il campionato e rassicurato i tifosi rosso-neri che è Lui che sta lavorando alla nuova squadra a cominciare dall’allenatore. Come magnate dei mass media, possessore dell’impero della TV commerciale, di giornali, delle più importanti case editrici, della rete di distribuzione cinematografica, di case di produzione di format televisivi, si è inviperito contro i giornali perchè avrebbero ingannato sua moglie con la storia delle vallette candidate. Come presidente del consiglio infine ha informato che al referendum del 21 giugno sulla legge porcata, imposta al Paese dalla destra, Lui voterà Sì. A dispetto di Napolitano, il Capo si appresta a cambiare la Costituzione a prescindere da quello che ne pensa l’opposizione. Da ultimo ha comunicato al Paese che Lui va più forte di Obama. Infatti, dalla sua ha il 75% dei consensi mentre il presidente americano si ferma al 59% del gradimento.
Non c’è dubbio, Berlusconi è un vero titano della comunicazione. Le carte continua a darle Lui e Lui soltanto. Gli altri, compresi i dirigenti della destra, balbettano o fanno da spalla al capocomico.
Il Partito Democratico è riuscito a non dire troppe ovvietà sulla storia delle candidature di avvenenti signorine, ma è rimasto di sasso rispetto al referendum. Anche il PD voterà Sì, come Berlusconi. C’è chi sostiene che la scelta dei democratici di Franceschini somigli molto alla storia di quel gentiluomo che per far dispetto alla moglie si tagliò gli attributi. Ma a pensarlo sono i soliti estremisti. (altro…)