Soltanto poche settimane or sono era capo del governo tedesco e
leader incontrastato della socialdemocrazia di quel grande Paese.
Uscito politicamente di scena, ha assunto la presidenza del
consiglio di sorveglianza della North Gas Pipe Line una società
russo-tedesca, per la distribuzione del gas estratto nella patria
di Putin.
La scelta di Gerhard Schoeder ha provocato vari ed aspri commenti
in Europa.
Succede sempre più spesso che l’intreccio tra politica e affari si
espliciti in scelte individuali che non sono semplicemente
riconducibili a cadute di stile. Certo anche lo stile c’entra
qualcosa per l’ex capo della Spd, ma il problema è più profondo e
complesso.
Imputare a Schoeder un comportamento “anomalo” impedisce di capire
quanto profonda è ormai la crisi della politica, Ciò che prevale
sono gli interessi dei grandi e piccoli potentati economici. Già
in Germania molti ex ministri sono stati cooptati come alti
manager da società economiche tedesche ed è diffusa nel mondo
l’abitudine della dirigenza politica a sollecitare risorse
finanziare per campagne elettorali sempre più costose. E
Berlusconi ha fatto scuola: l’economia può benissimo scendere
direttamente in campo in politica evitando così la fatica di
mettere al potere qualche proprio “dipendente”. E’ risaputo che il
conflitto d’interessi è una invenzione dei comunisti, considerarlo
è comunque una arcaica esigenza .
E’ noto che una parte decisiva dell’Amministrazione di G.W.Bush è
composta da rappresentanti delle grandi corporation americane
chiamati a svolgere il ruolo di ministro o di sottosegretario.
E la politica del Presidente USA è ovviamente condizionata dagli
interessi dei lobbisti che siedono direttamente nel Gabinetto
presidenziale.
La prima esigenza di un qualsiasi candidato a qualche carica è
quella di aggregare risorse ed interessi: senza quattrini non si
vincono le elezioni. Così le multinazionali, non solo Usa, cercano
protezione attraverso un diffuso e trasparente meccanismo di
lobbies, controllano il processo legislativo e impediscono che
Senato e Camera dei Rappresentanti deliberino leggi in conflitto
con i propri interessi d’impresa. L’etica e i valori dominanti
sono esclusivamente quelli che servono ad aumentare il valore
delle azioni di Borsa.
Che cosa è oggi l’attività politica? Un tempo c’erano coloro che
vivevano per la politica, non moltissimi ma nemmeno pochi. Gli
stipendi e prebende che ricevevano erano in genere non
entusiasmanti e non a caso pochi correvano per stare in qualche
lista elettorale.
Oggi c’è ne sono moltissimi che vivono di politica le retribuzioni
per incarichi pubblici non sono proprio insignificanti. La corsa
alle poltrone ha assunto le caratteristiche della corsa all’oro
nella California dell’ottocento. La nuova frontiera da noi è
entrare nel circolo degli eletti da qualche parte sia anche un
consiglio di quartiere. Da cosa nasce cosa.
Gli onorevoli Cesare Salvi e Massimo Villone hanno scritto un
saggio titolato “Il costo della democrazia”. Si tratta di un libro
significativo che interrompe un cupo silenzio su quanto è successo
negli ultimi dieci-quindici anni nelle retribuzioni del ceto
politico allargato e nei meccanismi di gestione della struttura
pubblica. E Berlusconi c’entra molto meno dell’onorevole Bassanini
nelle scelte fatte per arrivare all’attuale situazione.
Sapete a quanto ammonta il numero di coloro che vivono grazie alle
retribuzioni di quella che Massimo D’Alema ha chiamato la “
Politica S.p.A”? Sono tra le ottocentomila al milione di persone
che percepiscono indennità, stipendi e prebende grazie alla
politica. Secondo gli estensori del libro, il costo si aggira
attorno ai tre, quattro miliardi di euro all’anno. Una casta
costosissima che in genere non si confronta con l’amato mercato.
Sono cifre che lasciano interdetti e attoniti. E’ convinzione
diffusa che la politica serve ormai a poco e i partiti sono
considerati inaffidabili e privi di qualsiasi appeal, ma essere
dentro l’elite politico-amministrativa può cambiarti la vita.
La politica è veramente in un angolo e tutto lo dimostra. Perché è
successo? Non si tratta di problema esclusivamente italiano, ma in
Italia il degrado è stato forse più accelerato.
Come stiamo in Umbria? Non ci sono studi al riguardo e forse
sarebbe utile conoscere quanti dipendenti ha la “Politica Umbra
S.p.A”.
La presidente Lorenzetti ha più volte ripetuto l’impegno per una
riforma endoregionale capace di tagliare e innovare la struttura
pubblica. Con la massima fiducia nelle intenzioni suggeriamo di
affrontare anche la questione del perché sia scomparso lo stesso
concetto di volontariato nella politica. Si scoprirà forse che non
si tratta di una complessiva caduta dell’etica. Molte
organizzazioni vivono nella società grazie al volontariato di
giovani e di meno giovani. Forse si tratta di lavorare affinché la
politica e l’amministrare il bene pubblico ritrovino un senso e
producano valori e progetti capaci di mobilitare la gente.
Ottenere questo non sarà facile. La pur forte maggioranza che
gestisce la Regione sembra dividersi su molte cose. Non sono un
tuttologo e quindi non posso esprimere valutazioni rispetto alla
legge sul “Sistema integrato per i servizi socio integrativi della
prima infanzia” approvata recentemente con il voto contrario di
Rifondazione. Quello che risulta evidente è il dato politico:
maggioranze consiliari variabili su questioni importanti non
aiutano a dare credibilità e forza alla politica.
Corriere dell’Umbria 18 dicembre 2005

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