I profeti di sventura di destra, di centro e sinistri riformisti alla Giuliano Amato erano stati smentiti. Nonostante i pessimi presagi di incidenti, soltanto una settimana fa la sinistra aveva saputo partecipare ad una manifestazione di massa assieme a uomini e donne di Vicenza senza che si verificasse il minimo atto di estremismo, nemmeno verbale.
Pochi giorni dopo in Senato, il governo Prodi è stato battuto e si è aperta una crisi di governo i cui esiti sono tutti da verificare. Chi ha fatto cadere Prodi? La grande stampa ha fatto in modo da far ricadere le colpe sulle spalle dei partiti di Bertinotti e Diliberto. Ciò ha prodotto nel popolo che ha votato centrosinistra indignazione, collera e scoramento. Occorre dire la verità : il governo Prodi è caduto non per l’estremismo dei due Senatori della sinistra, ma per la sua debolezza politica e numerica. Che sarebbe successo se i senatori Rossi e Turigliatto avessero votato a favore della relazione di D’Alema? Il quorum non sarebbe stato raggiunto e la crisi si sarebbe aperta ugualmente. Come non domandarsi quale futuro ha un governo di centrosinistra che deve fare affidamento sui voti di Andreotti e Pininfarina? Responsabilità dei due senatori è stata quella di aprire la strada alla canea anti-sinistra che non riguarda tanto o soltanto la destra politica, ma parti consistenti degli opinion maker italiani e settori importanti del mondo dei riformisti.
Sono mesi che Prodi viene presentato come ostaggio della sinistra radicale. Non c’è atto del governo che possa confermare questa subalternità , ma il progetto politico dei vari editorialisti di Repubblica o del Corriere della Sera è di tagliare, annichilire la parte sinistra del centrosinistra. Non interessa ai nostri che l’Unione ha vinto le elezioni anche grazie ai voti del popolo della sinistra. Le idee, i valori di questa parte degli italiani non hanno dignità politica, devono essere in ogni caso disattesi. Non è sufficiente il fatto che gli elettori abbiano votato sulla base di un programma sottoscritto da Bertinotti e Diliberto? Non deve Prodi attuare quel programma?
La manovra è riuscita i dodici comandamenti di Prodi, accettati da tutti i partiti dell’Unione, sono presentati come una netta sterzata al centro del governo del professore. Complimenti, il problema sarà verificare come questo impatterà con quella parte della popolazione italiana già fortemente delusa dalla sordità dei governanti a cui si è dato il voto. Quello che impressiona è l’assoluta incapacità della classe dirigente dell’Unione di rapportarsi al comune sentire della gente. Le caste hanno questo limite.