La sinistra italiana ha responsabilità pesanti per la palude della situazione politica. La formazione del governo Prodi poteva essere l’occasione per tentare una riaggregazione delle forze sulla base di programmi condivisi. Tra sinistra diessina, PRC,PDCI e Verdi esiste una bacino elettorale attorno al 15% che potrebbe allargarsi con una politica di qualche intelligenza e prospettiva. Si è preferito rimanere chiusi nei propri cortiletti di partito e le “famiglie chiuse”, come ci insegna la psichiatria, producono spesso disastri.
Come scriveva Lenin nell’aprile del 1920: “l’estremismo è la malattia infantile del comunismo”. Ai giorni nostri si potrebbe aggiornare la definizione affermando che il personalismo è la malattia mortale della buona politica.
Come è noto noi non abbiamo votato per i nostri deputati. Abbiamo scelto il simbolo. Le segreterie dei partiti, per non farci affaticare molto, avevano provveduto all’elencazione dei candidati eletti. Si deve ribadire che i deputati e i senatori sono stati nominati dai partiti e non eletti dal popolo. Lasciamo perdere le procedure e domandiamoci perchè un pacifista integrale accetti di entrare in una coalizione di centrosinistra che, lo dice la parola stessa, non può essere pacifista integrale. Pensare negli anni 2000 che l’Italia possa uscire dalle alleanze internazionali o rompere i rapporti con gli Stati Uniti e con questi obbiettivi accettare di entrare in senato mi sembra utopistico. Se accetto di fare il deputato non posso non sapere che sarò obbligato a mediare tra i miei desideri e la realtà che concretamente devo contribuire a governare. Se si accetta la nomina scattano o no i vincoli di coalizione? I problemi di coscienza prevalgono comunque o deve prevalere la salvaguardia degli interessi generali? I senatori Rossi e Turigliatto non sembra si siano posti il problema e hanno messo nei guai la sinistra al governo.
La democrazia è fatta di maggioranze e di minoranze. Queste ultime devono essere garantite nel loro diritto di divenire maggioranza, ma è inaccettabile che i personalismi, anche quando nascondono nobili intenti, vogliono prevalere sulla volontà dei più.
Tanto di cappello a coloro che vogliono svolgere un ruolo di testimonianza senza obbligo diverso da quello della propria coscienza.
Gino Strada, uno degli “eroi” del nostro tempo, non ha mai accettato di scendere nel campo della politica istituzionalizzata. Emergency è una struttura che è cresciuta negli anni senza dover chiedere alcun che alle strutture politiche. Pensate a quante proposte di candidature avrà ricevuto, Gino Strada, in questi anni. Ha sempre rifiutato ed ha scelto di fare politica costruendo la pace non con la retorica, ma con un’agire concreto nell’aiuto ai popoli martoriati dalle guerre di questi anni.
L’intelligenza politica la si dimostra anche rinunciando a prestigiosi incarichi pur di salvaguardare la propria autonomia di pensiero e di azione. Invece di fare il senatore uno può scegliere di potare le rose. Così non rischia crisi di coscienza e si possono potare le rose che ci ha lasciato papa.
Ognuno fà il suo mestiere e i moderati il loro lo fanno bene. Soltanto la sinistra sembra incapace di avere una politica riconoscibile capace di modificare l’orientamento della gente. E’ un problema di qualità del ceto dirigente o le forze della sinistra sono ormai inadatte a governare il Paese?
La politica è filosofia pratica. La filosofia pratica ha in comune con quella teoretica il fatto di cercare la verità , ossia la conoscenza di come stanno effettivamente le cose, e di cercare anche la causa di come esse stanno, ossia di essere scienza. La sua differenza rispetto alla filosofia teoretica è che per quest’ultima la verità è fine a se stessa, mentre per la filosofia pratica la verità non è il fine, ma è solo un mezzo in vista di altro, ossia dell’azione, la quale è sempre situata nel tempo presente, cioè non è qualcosa di già esistente, ma qualcosa che deve esser fatto ora. Aristotele, mica un Prodi qualunque…