E’ la semplicità difficile a farsi. Parte consistente delle proposte del programma del M5S sono recepite negli otto punti delle idee di governo di Bersani. Sarebbe ovvio un appoggio dei Grillini, “cittadini in parlamento” come si definiscono, consentire che in Italia vengano realizzate finalmente quelle radicali riforme da loro proposte e in parte accettate dal maggior partito italiano. Le elezioni dei presidenti delle due Camere hanno dimostrato la volontà del partito democratico di uscire dalle logiche strette dell’interesse di partito. E’ becera propaganda sostenere che la Boldrini e Grasso siano foglie di fico del PD e Il rifiuto di Grillo a qualsiasi sostegno a un governo che non sia da Lui guidato, rientra, almeno in questa fase, nella categoria delle gag dell’avanspettacolo. Sarebbe semplice scegliere di consentire la nascita di un governo riformatore controllando e verificando giorno dopo giorno l’attuazione del programma. Grillo ha in testa però un’altra idea. Continua a sognare un bel governo Bersani-Berlusconi. Non è il solo ad avere questo desiderio. E’ lo stesso del cavaliere di Arcore. Resuscitato grazie a una campagna elettorale in cui ha occupato ogni spazio televisivo sbaragliando tutti anche la coppia Travaglio-Santoro, Berlusconi si sente ancora indispensabile per salvare il Paese dal cataclisma economico e sociale. Chi ci ha portato al disastro? Dubbi non possono esserci: il governo della destra con l’aiutino del sobrio governo Monti. Bersani sostiene a ragione che il governissimo sarebbe una scelta letale per l’Italia. Il preincarico ottenuto da Napolitano, lo svolgerà al di fuori dell’ipotesi grande alleanza con il PDL e Lega. Per il leader democratico non si tratta soltanto di salvaguardare quel che resta del partito dopo i pessimi risultati elettorali, si tratta dell’impossibilità di mettere insieme una compagine governativa che vede assieme Brunetta e/o Calderoli con gli uomini e le donne della società civile che Bersani vorrebbe proporre come ministri. Su quale programma si possono accordare PD e PDL? Credo che queste due forze in questa fase non possano nemmeno decidere di andare a prendere il caffè assieme. Il governissimo l’hanno costruito in Grecia e abbiamo visto la catastrofe di quel Paese. Meglio evitare. Certo per Grillo sarebbe una manna. Nel suo blog continuerebbe a urlare insulti contro i partiti che saccheggiano tutto e i commenti dei naviganti in rete sarebbero sempre più entusiasti e combattivi. Indifferenti alla soluzione dei problemi, tutti rimangono urlanti in attesa del nuovo messia. Il Capo trionferà nelle ravvicinate prossime elezioni politiche. Grillo ha precisato. Non voglio il cento per cento dei parlamentari. E’ sufficiente la maggioranza assoluta. Con quale legge elettorale, prego? Come abbiamo visto anche questa volta nemmeno la legge “porcata” voluta dai berluscones lo assicura. E allora? Bisognerebbe allearsi con qualcuno per andare al governo e risolvere i problemi che angosciano il popolo italiano. E’ una grave responsabilità impedire la formazione di un esecutivo in nome della purezza che impedisce anche di discutere con gli altri partiti a prescindere dal merito dei programmi. Non è consuetudine che un incarico per formare un governo abbia tutti i paletti posti da Napolitano a Bersani. Strada strettissima che sembra precludere al fallimento del tentativo del leader democratico. E dopo che succederà? Arriverà forse il governo del presidente? Dopo il governo dei tecnici avremo un altro governo atipico. Niente di drammatico. Il Belgio è stato senza governo per 561 giorni e l’amministrazione pubblica è andata avanti lo stesso. E’ vero, il Belgio è una nazione molto più piccola ma aveva anch’esso problemi seri con il debito pubblico. Noi abbiamo qualche emergenza in più e non di poco conto. Dal punto di vista sociale siamo in una fase di ebollizione di strati sempre più vasti della popolazione, dal punto di vista istituzionale si può parlare di crisi del sistema. Le strutture pubbliche non sono ormai più in grado di assicurare i servizi primari ai cittadini. L’embrione di stato sociale costruito attraverso lotte decennali è ormai stremato dai tagli orizzontali dei vari governi centrali. Tra patti di stabilità e minor risorse le amministrazioni locali non sono più in grado di sostenere i trasporti, la sanità, la scuola, la cultura e via via elencando. Il reddito di metà del Paese è uguale a quello della Grecia. L’Umbria sta annaspando verso il mezzogiorno con dati economico-sociali drammatici. Si capisce questa sorta di smarrimento delle classi dirigenti. E’ difficile fare l’amministratore o l’imprenditore in una regione le cui le risorse sono sempre meno e le eccellenze produttive o amministrative sono poche e in fase di contrazione. Anche per noi sarebbe necessario un governo centrale capace di riformare la spesa pubblica e non solo di tagliarla. L’indignazione per la mala politica ha prodotto un parlamento in cui siedono molti giovani, donne e uomini. Benissimo. Il rinnovamento ha però senso se esso serve al cambiamento della società. E’ obbligatorio, ma non è sufficiente, ridimensionare il costo della politica e ogni taglio possibile ai privilegi deve essere portato avanti. Ma ciò non basta. La nuova classe politica dovrà essere in grado di ridare speranza a un popolo annichilito dalla crisi prodotta dal neoliberismo. La speranza può rinascere se all’interesse di parte o di partito si sostituisce l’interesse generale. Ciò vale anche per il movimento cinque stelle.

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