La destra italiana non sembra poter fare a meno di Berlusconi. Dopo mesi di tormentate riflessioni il Capo di Arcore ha deciso che sarà Lui il candidato leader del centrodestra. Le promesse primarie previste il 16 dicembre del PDL hanno ballato una sola estate. Angelino Alfano, segretario particolare del Cavaliere, ne ha annunciata la fine con un bel sorriso compiacente. Inutile rito ha detto dopo l’annuncio di un nuovo sacrificio di Berlusconi a farsi carico del governo di un’Italia massacrata dal governo dei tecnici. Coloro che gioirono un anno fa, quando Berlusconi fu sostituito da Monti, sono sistemati. A volte ritornano e Lui ritorna per la sesta volta. Sembra assurdo ma perchè un’altra volta? Perchè la gente dimentica, immagina. La memoria degli italiani, ragionano quelli di Palazzo Grazioli, non è un gran che e chi si ricorderà che il centrodestra è stato al governo per otto anni e il suo Capo, soltanto nell’estate dell’anno scorso, sosteneva che la crisi economica non esisteva ma era frutto della propaganda della sinistra? Gli italiani, è noto, leggono poco i giornali. Guardano molto la televisione e Lui di televisione se ne intende. Ne possiede tre e ne condiziona altre tre. Bruno Vespa è pronto come sempre a dare il suo contributo. Nell’avanspettacolo della politica e nell’inventare realtà virtuali, si crede imbattibile. Con una vigorosa campagna elettorale sarà possibile ottenere un’altra incoronazione popolare. Il programma? Lotta alle tasse (le tasse hanno avuto un’impennata grazie alla creatività di Tremonti), guerra alla Germania della Merkel (non le perdona l’averlo umiliato in tutte le sedi), ripristino della lira come moneta nazionale (molti sono convinti che l’Euro sia stata una maledizione), annientamento dei comunisti una volta per tutte. Ne sentiremo delle belle di balle dei berluscones e soci. Irritato dal successo delle primarie del centrosinistra, Grillo si è inventato un procedimento rapido e sicuro per la scelta dei parlamentati. In pochi giorni ha già tutti i capilista dei collegi per le prossime elezioni. Un successo straordinario. Sembra che almeno trentaduemila persone abbiano partecipato alla scelta. Addirittura trentaduemila hanno schiacciato i tasti del computer e scelto i propri rappresentanti. Non si sa nulla al riguardo: per votare bisognava essere iscritti al movimento e per essere iscritti al movimento si manda la domanda e soltanto dopo attento esame dei curriculum, Grillo accetta l’iscrizione. Senza iscrizione impossibile avere notizie. La democrazia è un’opinione e l’uomo forte al comando affascina molto in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo. Ed è noto che tutto quello che succede nel web è molto glamour e attira i giovani di ogni latitudine politica. Web o non web il centrosinistra di problemi ne ha parecchi. A iniziare da come riuscire a non essere schiacciato nella difesa del governo Monti, per arrivare alle metodologie di scelta dei candidati per le future elezioni politiche. E’ certo che l’arrivo di Monti al governo ha consentito all’Italia di recuperare una credibilità tra le classi dirigenti europee, americane e in genere nei governi democratici. Ciò ha consentito una tenuta dei conti pubblici. Non è stata cosa facile e il prezzo pagato dagli italiani è stato pesantissimo. L’aver scelto la strada dei due tempi, prima risaniamo i bilanci poi pensiamo allo sviluppo, è stata una scelta sbagliata che non ha funzionato in nessuna parte del mondo. La testarda ideologia liberista ha segnato l’azione del governo e ha favorito una recessione già in atto a causa della crisi generale. I dati economico-sociali del Paese mettono i brividi anche ai più ottimisti. Disoccupazione e cassa integrazione ai limiti di guardia. Servizi pubblici vicini al collasso in molti settori. Ormai è in discussione quel minimo di welfare costruito in tanti anni di lotte e di spinte alla modernizzazione dell’Italia. Sapete che siamo il Paese d’Europa in cui i cittadini pagano più per l’assistenza sanitaria? Non solo in tasse. Ma direttamente di tasca propria di là delle tasse ogni italiano spende il 17,8% della spesa sanitaria complessiva, supera quelle di altri Paesi come Francia (7,3%), Regno Unito (8,9%), Germania (13,2%), Usa (11,8%) e perfino Irlanda (17,4%). Non solo quindi precarietà del lavoro ma anche il dover farsi carico di servizi che dovrebbero essere coperti dalla fiscalità generale. Altro che agenda Monti, bisogna che il centrosinistra abbia un programma che pur nella severità della gestione dei conti pubblici, trovi le risorse per investire per un futuro in cui il lavoro torni a essere la priorità assieme alla costruzione di un welfare degno di questo nome. Ormai è certo che andremo a votare con il “porcellum”. Va ricordato che è una legge imposta dal centrodestra che, se il ricordo è corretto, comprendeva anche il vivace Casini. Berlusconi costruirà le sue liste a suo piacimento e le genuflessioni di questi giorni fanno temere il peggio anche per la prossima rappresentanza parlamentare della destra, ma abituati a Brunetta e alla Santanchè, niente può più spaventarci. Non sappiamo le procedure degli altri partiti, i grillini hanno già risolto il problema? Per chi crede nel “verbo” del web, sì. E il PD e SEL che faranno? Escluderei qualsiasi riproposizione di un metodo romano centrico. La strada maestra non può che essere una campagna di primarie di collegio costruita con regole che favoriscono l’apertura alla società e alle comunità organizzate anche fuori dai partiti. Il vincolo del rinnovamento sembrerebbe obbligatorio dopo l’enfasi data ai risultati delle primarie del centrosinistra. Ha vinto Bersani nettamente non perchè rappresentante del “vecchio”, ma perchè risultato più credibile anche come protagonista di un rinnovamento non inteso come vendetta, ma come processo vincolante per un partito che vuole rappresentare una politica altra da quella dei personalismi di questi anni.
Corriere dell’Umbria 9 dicembre 2012