da Francesco Mandarini | Giu 24, 2009
Il sistema politico-istituzionale del nostro Paese è semplicemente disastroso. Per ogni ente vige un sistema elettorale diverso. Senza alcuna coerenza, senza un criterio comprensibile ai comuni mortali. Ogni regione può scegliere il suo sistema elettorale, per il comune vige un sistema diverso da quello per le province. I parlamentari europei sono stati eletti in modo differente da quelli della Camera e del Senato italiani. Sbarramenti, premi di maggioranza, proporzionale puro o corretto, simil maggioritario. Di tutto e di più. Elezione diretta di sindaci e presidenti, liste bloccate, preferenze singole o multiple secondo la struttura da rieleggere. Non esiste Paese al mondo con tante varietà di norme elettorali come da noi. Una confusione frutto di almeno quindici anni d’improvvisazioni delle diverse classi politiche al potere unite nell’aggiungere alla vecchia struttura pubblica nuovi meccanismi di funzionamento. In realtà si tratta sostanzialmente dello stesso ceto politico con l’innesto decisivo, nel 1994 di Berlusconi e dei suoi dipendenti Fininvest. La novità più rilevante negli anni è stata la formazione di partiti personali completamente dipendenti dal nome del Leader. Chiamare partiti quello che abbiamo sotto gli occhi sembrerebbe un’esagerazione. Un partito dovrebbe rappresentare pezzi di società civile e funzionare secondo statuti che ne organizzano il funzionamento e selezionandone la classe dirigente attraverso meccanismi trasparenti e democratici, contribuire al funzionamento dello Stato. (altro…)
da Francesco Mandarini | Giu 24, 2009
Il sistema politico-istituzionale del nostro Paese è semplicemente disastroso. Per ogni ente vige un sistema elettorale diverso. Senza alcuna coerenza, senza un criterio comprensibile ai comuni mortali. Ogni regione può scegliere il suo sistema elettorale, per il comune vige un sistema diverso da quello per le province. I parlamentari europei sono stati eletti in modo differente da quelli della Camera e del Senato italiani. Sbarramenti, premi di maggioranza, proporzionale puro o corretto, simil maggioritario. Di tutto e di più. Elezione diretta di sindaci e presidenti, liste bloccate, preferenze singole o multiple secondo la struttura da rieleggere. Non esiste Paese al mondo con tante varietà di norme elettorali come da noi. Una confusione frutto di almeno quindici anni d’improvvisazioni delle diverse classi politiche al potere unite nell’aggiungere alla vecchia struttura pubblica nuovi meccanismi di funzionamento. In realtà si tratta sostanzialmente dello stesso ceto politico con l’innesto decisivo, nel 1994 di Berlusconi e dei suoi dipendenti Fininvest. La novità più rilevante negli anni è stata la formazione di partiti personali completamente dipendenti dal nome del Leader. Chiamare partiti quello che abbiamo sotto gli occhi sembrerebbe un’esagerazione. Un partito dovrebbe rappresentare pezzi di società civile e funzionare secondo statuti che ne organizzano il funzionamento e selezionandone la classe dirigente attraverso meccanismi trasparenti e democratici, contribuire al funzionamento dello Stato. In realtà quello che oggi si può dire è che i partiti in campo sono tutti pezzi dello Stato e, i suoi eletti, sono funzionari, in genere ben pagati, della struttura pubblica. La politica è anche qualcosa di diverso da una delibera di giunta. I partiti produttori di dipendenti pubblici non sono esattamente quelli che prevede la nostra Costituzione. La leggendaria stagione delle “Leggi Bassanini” dei primi anni “˜90 sarà ricordata per il grado di leggiadra creatività nella riforma della pubblica amministrazione e particolarmente per quella degli Enti Locali. Una grande riforma che introdusse il concetto di managerialità assegnando ai vertici burocratici degli enti tutto il potere amministrativo. (altro…)
da Francesco Mandarini | Giu 16, 2009
Montefalco è una delle piccole città dell’Umbria che con l’avvento dell’ente regione ha subito una trasformazione radicale nel suo sviluppo, salvaguardando i caratteri storici e valorizzando l’economia della zona, è riuscita ad innovare e modernizzare i caratteri dello sviluppo. E non si tratta soltanto del successo del vino Sagrantino. E’ stata una città ben amministrata che nei decenni ha visto il succedersi di una classe dirigente intelligente e capace di mettere a leva le risorse della città . L’ottimo sindaco uscente fu eletto al secondo mandato con il 65,8% dei voti. Un sindaco di centrosinistra giovane e capace di utilizzare le risorse regionali e nazionali nell’interesse della città . Nell’ultima tornata elettorale a Montefalco ha vinto il centrodestra. Il centrosinistra si è presentato con due liste. Ottimo e abbondante. Adesso il sindaco è di centrodestra.
In Umbria domenica prossima ci saranno 7 ballottaggi per eleggere il sindaco. Tutte amministrazioni dirette per decenni dalla sinistra o dal centrosinistra. Il filo rosso che lega le diverse situazioni sono le divisioni personali e politiche del PD o delle altre formazioni del centrosinistra. C’entra qualcosa l’egemonia culturale della destra con le elezioni amministrative? Mi sembrerebbe una sciocchezza come giustificazione del disastro. (altro…)
da Francesco Mandarini | Mag 22, 2009
Il mondo della comunicazione è attonito di fronte al crollo di giornali e di grandi gruppi editoriali. Non si contano le testate storiche americane che hanno chiuso i battenti o che hanno smesso di stampare giornali per andare in rete utilizzando internet. Migliaia di giornalisti sono stati licenziati ad ogni latitudine E testate che hanno fatto la storia del giornalismo sono in crisi. Il mitico New York Times ha appena messo in vendita la sede progettata dall’Architetto Piano. Le ragioni del crollo dell’informazione a mezzo stampa sono molteplici, ma ciò che ha accelerato il processo negativo è stata la crisi globale del modello economico basato sul consumismo e sulla finanziarizzazione dell’economia mondiale. Meno lettori, meno pubblicità e i tagli dei costi non sono sufficienti a recuperare la contrazione dei ricavi. E’ una tendenza generale che in Italia riguarda le grandi e le piccole testate, tra queste i giornali più squisitamente politici o organi di movimenti politici sono praticamente alla frutta. Tra quelli riposizionabili nella sinistra o nel centrosinistra la situazione è vicina al collasso. Testate come l’Unità , Rifondazione o Manifesto hanno situazioni di bilancio che definire precarie è un eufemismo. Nemmeno la generosità dei sottoscrittori riesce a recuperare la contrazione delle vendite. In questo quadro difficile per la stampa di sinistra sapete che sta succedendo? Escono altri tre giornali dell’area di sinistra. Avete capito bene. (altro…)
da Francesco Mandarini | Mag 13, 2009
Le liste sono state ufficializzate e chi ne ha voglia potrà leggere tutti i candidati per le prossime elezioni amministrative e quelle per l’elezione dei membri del parlamento europeo e scegliere per chi votare. E’ esercizio inutile qualsiasi discorso attorno alla presenza della società civile o degli apparati amministrativi già conosciuti. C’è di tutto e di più. Senza senso anche valutare quanto le liste siano innovative rispetto al già conosciuto. I candidati rappresentano bene lo stato della politica dei tempi che viviamo ed anche le figure emergenti in parti significative della società sono inserite nelle liste di tutti i partiti. Partecipando al funerale del professor Roberto Abbondanza, perfetto esempio dell’uomo di cultura prestato alla politica e che alla politica culturale dell’Umbria tanto ha dato, ho pensato che i partiti attuali non sono più in grado di mettere a disposizione un ruolo nelle strutture pubbliche delle intelligenze “indipendenti” pur ancor oggi presenti nella società . La possibilità di trovare l’eccellenza da mettere a disposizione dell’impegno politico si scontra ormai con la scarsità di posti e con l’appetito di troppi. Sono ormai anni, decenni si potrebbe asserire, che i partiti non riescono a riprodurre gruppi dirigenti espressione della realtà del Paese. Al vecchio meccanismo della cooptazione si è sostituita la leaderite e agglomerati chiusi come testuggini romane che dipendono dal capo feudo e a questi rispondono. La politica è ormai sostanzialmente un mondo separato a cui si può accedere soltanto attraverso i meccanismi elettorali. Per accedervi devi rispondere alle aspettative del capo squadra. La balla delle primarie ha ballato una sola estate. Scomparso il dirigente di partito formato attraverso un lungo tirocinio nella costruzione di un qualche movimento sociale o attraverso l’acculturazione politica nelle sperdute sezioni, ormai d’altra parte quasi inesistenti. Per i partiti leggeri, nell’era del berlusconismo, ciò che è decisivo è soltanto la partecipazione alla gestione della macchina pubblica. Tutto si svolge all’interno delle giunte o dei consigli ed è là che bisogna essere. Quella politica è diventata una carriera come le altre. Una sorta di impiego pubblico con i vari avanzamenti di ruolo, di promozioni conquistate dopo lotte intestine per la conquista del feudo. (altro…)
da Francesco Mandarini | Mag 5, 2009
Una settimana vissuta all’insegna del grande spettacolo della politica. Uno spettacolo che ai più vecchi ricorda le meraviglie degli avanspettacoli che negli anni ’50 precedevano la visione dei film.
Se c’è un protagonista assoluto e indiscusso, questi è il Cavaliere di Arcore. Nella settimana ha dato il meglio di sè. Con la sua vivace capacità dialettica è riuscito ad essere protagonista svolgendo diversi ruoli come avveniva per i grandi mattatori del passato nelle commedie all’italiana. Al confronto Vittorio Gassman è stato un dilettante. Come capo del PDL ha aperto il fronte delle candidature al Parlamento Europeo promettendo volti nuovi per lo spettacolo politico costringendo i “ben pensanti” ad una levata di scudi contro le veline. Nel ruolo di presidente dell’A.c. Milan, ha accusato l’Inter di aver rubato il campionato e rassicurato i tifosi rosso-neri che è Lui che sta lavorando alla nuova squadra a cominciare dall’allenatore. Come magnate dei mass media, possessore dell’impero della TV commerciale, di giornali, delle più importanti case editrici, della rete di distribuzione cinematografica, di case di produzione di format televisivi, si è inviperito contro i giornali perchè avrebbero ingannato sua moglie con la storia delle vallette candidate. Come presidente del consiglio infine ha informato che al referendum del 21 giugno sulla legge porcata, imposta al Paese dalla destra, Lui voterà Sì. A dispetto di Napolitano, il Capo si appresta a cambiare la Costituzione a prescindere da quello che ne pensa l’opposizione. Da ultimo ha comunicato al Paese che Lui va più forte di Obama. Infatti, dalla sua ha il 75% dei consensi mentre il presidente americano si ferma al 59% del gradimento.
Non c’è dubbio, Berlusconi è un vero titano della comunicazione. Le carte continua a darle Lui e Lui soltanto. Gli altri, compresi i dirigenti della destra, balbettano o fanno da spalla al capocomico.
Il Partito Democratico è riuscito a non dire troppe ovvietà sulla storia delle candidature di avvenenti signorine, ma è rimasto di sasso rispetto al referendum. Anche il PD voterà Sì, come Berlusconi. C’è chi sostiene che la scelta dei democratici di Franceschini somigli molto alla storia di quel gentiluomo che per far dispetto alla moglie si tagliò gli attributi. Ma a pensarlo sono i soliti estremisti. (altro…)