Silvio Berlusconi è un uomo di grandi successi personali ma quando è chiamato a governare la fortuna sembra abbandonarlo. Nel 2001 vinse le elezioni alla grande ma si trovò a guidare il governo nel mondo del dopo 11 settembre. Terrorismo e guerre in Afganistan e Irak lo scenario in cui il “nostro” dovette operare. Anche per questo terrificante quadro mondiale i risultati del governo Berlusconi non furono brillanti. Tasso di sviluppo scadente, debito pubblico fuori controllo, malessere sociale alle stelle. Tanto disagio provocò il governo della destra che alle elezioni successive Prodi con l’Unione va a Palazzo Chigi.
Berlusconi stravince le elezioni nell’aprile scorso e si trova nel mezzo della più grave crisi economica del capitalismo contemporaneo. Se non è sfortuna questa!
Si potrebbe affermare che le capacità  dell’uomo dei miracoli funziona soltanto nel bel paese. Il cavaliere è un re taumaturgo a gittata nazionale. Per adesso l’azione del governo sembra ricevere l’apprezzamento dell’opinione pubblica. Così ci spiegano gli opinion maker analizzando i sondaggi che dimostrerebbero il feeling tra le masse e il Cavaliere. Sarebbe apprezzato se gli stessi opinion maker spiegassero come è potuto succedere che, dopo oltre venti anni di dominio dell’ideologia liberista, il mondo occidentale rischia il collasso economico con l’impoverimento di enormi masse di cittadini. Deregulation, finanziarizzazione, privatizzazioni nel nome di meno stato più mercato: la bibbia della destra e dei riformisti innamorati del modello americano. La sinistra è stata sconfitta anche perchè incapace di contrastare i valori e gli ideali insiti in una visione del mondo in cui, non importa come e che cosa, l’importante è il consumare e arricchirsi al di là  dell’etica e delle leggi. Al meno stato più mercato corrisponde oggi il più massiccio intervento pubblico della storia contemporanea. Banche e assicurazioni nazionalizzate in molti paesi, massicci finanziamenti pubblici ad un sistema finanziario ormai fuori controllo. Il governo irlandese si fa carico della garanzia di tutti i depositi bancari, il presidente Sarkozy propone la creazione di un fondo pubblico di 300 miliardi di euro per salvare banche e assicurazioni dal fallimento. Non sarà  il crollo del capitalismo, ma il mondo che ci aspetta sarà  diverso da quello predicato dai Chicago Boys e dal Fondo Monetario Internazionale. Un mondo migliore o peggiore? Per intanto, milioni di cittadini americani vedono dissolversi le loro pensioni nel crack e nelle speculazioni borsistiche. I manager che hanno provocato il cataclisma, possono riprendere a giocare a golf. L’intervento di 700 miliardi di dollari forse li aiuterà  ad evitare la prigione. E si, negli Stati Uniti i reati finanziari sono puniti con il carcere.
La recessione è iniziata in molti paesi e nonostante le rassicurazioni del capo del governo anche in Italia le cose vanno verso il peggio. L’aumento in un anno di oltre il 20% del tasso di disoccupazione non è che l’ultimo dei segnali di difficoltà . Berlusconi rimane ottimista e continua nella sua politica di ridimensionamento del welfare che ormai da anni non riesce più a rispondere alle esigenze delle popolazioni. Tagli a sanità , alla scuola pubblica e alla rete degli enti locali lo scenario per il 2009 e 2010. Scarica sul pubblico i costi del “regalo” Alitalia agli amici della CAI e così ognuno di noi pagherà  per lo sfizio berlusconiano della compagnia di bandiera.
Di fronte a tutto questo che fanno le forze di opposizione?
C’è qualcuno che ha letto quello che pensa il partito democratico della crisi della finanza mondiale? Non dico una riflessione strategica, ma almeno la presa di coscienza che la politica delle classi dominanti degli ultimi decenni ha portato al disastro. Possibile che economisti riformisti o no che siano non riflettano sull’evidenza dei fatti e sull’esigenza di darsi una strategia alternativa al liberismo di questi anni?
Non esistono più organismi d’intelligenza collettiva. I partiti sono diventati agglomerati d’interessi personali ormai incapaci di esprimere un pensiero condiviso. La mancanza di una politica degna di questo nome riguarda anche la destra ma, per la sinistra lo squagliamento delle formazioni politiche significa dover rincorrere l’agenda politica del cavaliere. Un’agenda politica che rimane incentrata sulla difesa degli interessi del leader e dei suoi collaboratori.
La storiella dell’esigenza del dialogo maggioranza-opposizione si sviluppa con nuovi slanci di amore ed odio tra il cavaliere e gli uomini e donne dell’opposizione. L’azione del governo ombra è nel senso comune insignificante e improduttiva.
Se al centro va pessimamente in periferia le cose non lasciano ben sperare per il centro-sinistra. Nell’amata (anche da Berlusconi) Umbria ci si affanna a decidere chi sarà  candidato a cosa. Non è chiaro se la scelta del PD sarà  quella delle primarie di partito, o se come sembrerebbe logico, di coalizione. Incerte sono le alleanze e tutti da scrivere i programmi di governo da presentare agli elettori. Discontinuità  o continuità  nell’azione fino ad oggi svolta nel governo delle città  e della regione? Quesito che viene utilizzato per conservare o per conquistare un posto di comando in qualche ente. Non sembra preoccupare più di tanto un malessere che si è diffuso nel popolo del centrosinistra. Non preoccupa perchè lo si ignora. Il ceto politico è abituato a parlarsi addosso e non usa più discutere con la gente. Alcuni amministratori hanno raggiunto livelli di autoreferenzialità  da far tremare i polsi. Leggende metropolitane raccontano di quell’amministratore regionale che concede appuntamenti a sei mesi se sei un comune cittadino e a due mesi se sei un funzionario regionale. Leggende metropolitane appunto.

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