Il segretario Fassino, riferendosi al comitato politico diessino convocato per le analisi della situazione politica dichiara: «Una riunione ottima. I Ds non sono affatto un partito allo sbando o nella bufera. Al contrario, siamo un gruppo dirigente solidale e consapevole dei passaggi delicati che abbiamo di fronte».
Par di sognare: le elezioni amministrative hanno visto la sconfitta netta del centrosinistra e come un sol uomo, gli ulivisti hanno gridato “Non c’è stata la spallata, abbiamo tenuto la provincia di Genova”. I giornali sono pieni di analisi e indagini sullo stato comatoso del governo Prodi e sul marasma attorno alla costruzione del Partito Democratico. Ma il Fassino è ottimista e consapevole dei passaggi delicati. Siamo a posto. Leader prestigiosi diessini sono sotto botta da settimane per le intercettazioni telefoniche concernenti l’affair Unipol, ma soltanto Prodi dichiara la sua stima e fiducia nei confronti di D’Alema e gli altri dirigenti interessati alla campagna stampa.
Il ciarliero Rutelli parla d’altro. I soci di governo e del futuro partito dei riformisti, non sembrano affatto disposti a concedere solidarietà ai diessini massacrati dai rapporti con il Signor Rigucci. Che appeal avrà un partito dove non esiste la minima solidarietà , ma solo la guerra all’interno del quartier generale? Come sarà possibile convivere in un partito dove le disgrazie dell’uno sono le fortune dell’altro? Sarebbe una tragedia per la democrazia, ma se si continua così il PD rischia di essere un partito composto da tanti partiti personali senza alcuna intelligenza collettiva.
Non ne azzeccano una. A mio sommesso parere il grave errore commesso dai DS sulla questione “mondo della cooperazione” è stato quello di non rivendicare una storia centenaria di appartenenza alla vita del movimento operaio. E’ noto a tutti che per decenni c’è stata una circolazione di dirigenti dal partito al movimento e viceversa. Ultimo banale esempio proprio qui in Umbria: un sindaco scaduto che passa a lavorare alla Coop Umbria. Che la politica non debba interessarsi dell’economia è una fesseria ideologica e come tale deve essere combattuta. Ciò che un partito non può fare è compiere atti che aiutano un soggetto sociale rispetto ad un altro magari forzando le leggi. E’ la trasparenza che è mancata. L’aver rimosso una storia di sacrifici e lotte come quella della sinistra italiana e dello stesso movimento cooperativo, rosso o bianco che fosse, è stato un grave errore politico. Questo errore, unito ad una forma di arroganza stile new rich, non aiuta ad avere una buona immagine alla sinistra riformista.
Nelle limitate e personali indagini tra gli elettori che conosco, la prima critica che sento fare è proprio quella rispetto all’atteggiamento altezzoso di tanti amministratori e dirigenti politici. La cosa è ancora più irritante, quando si tratta di persone che sono destinate(parafrasando Brancati) a lasciare nella storia soltanto l’impronta del proprio di dietro sulla poltrona occupata per decenni. Non so se il vecchio motto andreottiano che sosteneva che il potere logora chi non c’è l’ha è ancora valido.
Certo è che il prepotere è qualcosa che alla lunga distrugge chi lo esercita. Forse un’attenta analisi del perchè il centrosinistra sia stato sconfitto a Todi confermerebbe questa mia impressione. Un’impressione che ovviamente non riguarda solo Todi.
E’ forse mutata l’idea che la caratteristica del buon governo sia la garanzia delle amministrazioni della sinistra e del centrosinistra in genere? Nel voto ha certamente giocato il pessimo giudizio sul lavoro del governo centrale, ma forse incide anche un’insoddisfazione sul come sono state amministrate dall’Unione le città . Si è allargata l’area della protesta contro un ceto politico intollerabilmente immutabile. Non so come e chi lo potrà gridare, ma “il tutti a casa” è nell’aria che si respira tra la gente. Gravissimo sarebbe se la sinistra non avvertisse questo stato d’animo.
La destra ha ragione di gioire per la vittoria elettorale, ne ha meno quando vuol imporre elezioni politiche subito. Berlusconi dal 2001 al 2006 ha perso tutte le elezioni e non si è mosso da Palazzo Chigi, nonostante sondaggi sfavorevoli e voti disastrosi.
La democrazia ha regole che valgono anche per i miliardari e per i proprietari di partiti politici. Spetta al presidente Napolitano e a Lui solo, decidere se esiste in Parlamento una maggioranza capace di governare. L’Unione ha avuto un mandato per amministrare il Paese per cinque anni. Nè i family day nè le sparate leghiste possono mutare questo mandato. Certo Prodi si deve dare una mossa. E si devono dare una mossa tutti i partiti dell’Unione nel cercare di recuperare credibilità e fiducia nel popolo. Un popolo che continua ad essere colpito duramente dalla crisi economica e che osserva indignato lo spettacolo di una classe dirigente (non solo politica) che sembra incapace di invertire la tendenza all’impoverimento dei singoli e del Paese. Una classe dirigente che non mette in discussione alcuno dei propri privilegi. Vi è chiaro o no che bisogna operare una svolta radicale rispetto ad una politica che produce posti di lavoro soltanto per sodali e amici di partito, di letto o di salotto? Quando un consigliere di circoscrizione di Roma guadagna più di un ricercatore all’università , è un disastro per la democrazia.
Continuare con un turismo amministrativo costosissimo mascherandolo con esigenze di conquista dei mercati nel mondo globalizzato, è buttar via soldi pubblici sia che siano di competenza del bilancio regionale, della Camera di Commercio, della Sviluppumbria o dell’Università .
Spesso è come andare a vendere frigoriferi in Alaska. Sobrietà vo cercando.
lo sfarinamento del maggior partito della vecchia sinistra, i diesse, comporta uno scatto di iniziativa per tutti coloro che si collocano a sinistra del futuro PD. La scelta suggerita da Bertinotti di andare oltre le sigle della sinistra-sinistra mi sembra un primo passo. Speriamo che la marcia inizi davvero.