Se qualcuno si è illuso che quello che sta succedendo in Italia è da valutare come la consueta commedia all’italiana, dovrà  cambiare parere. Siamo dentro un angosciante film del filone horror.
C’è poco da ridere. Quando assistiamo al salvataggio dei nominati in Parlamento di un indagato per reati gravi salvato grazie ai voti dei “responsabili” di Scilipoti e dei duri e puri della Lega, vengono in chiaro due cose. La prima è che in questo Parlamento per una parte consistente dei suoi membri il compito essenziale è quello di salvaguardare fino alla fine le proprie indennità , i propri privilegi. In un video, ripreso alla Camera, si vede Berlusconi che parlando con il ministro La Russa dopo il voto che salva Milanese dall’arresto, dice: “Ci salviamo solo per Scilipoti?”. Affranto il ministro annuisce. Continua il Capo: “Ma ho comperato 100 parlamentari!”. Disperato l’ex fascista conferma.
Aver pensato che la campagna acquisti del Cavaliere non avrebbe dato frutti duraturi è stata pura illusione. Basta studiare i curriculum dei nominati e si avrà  la conferma dell’illusione.
Che per decoro qualcuno di loro voti difformemente dai voleri del padrone della comitiva acquartierata in Parlamento, è difficile come vincere all’enalotto. Loro, i nominati, hanno già  vinto al totocalcio.
La seconda considerazione riguarda l’abbaglio di molti sulla possibilità  che Bossi per ragioni di coerenza con ciò che la Lega ha predicato per anni rompa con Berlusconi. Bossi non può rompere perchè il suo destino è ormai lo stesso del Capo della destra. Troppi rospi hanno fatto ingoiare alla base dei padani e poi Bossi tiene famiglia e deve assicurare alla figliolanza una bella carriera politica. Chi meglio del Capo potrebbe assicurare al Trota un posto in paradiso dopo quello di consigliere regionale?
I giornali rumoreggiano della base leghista in rivolta. Chiacchiere, la prossima settimana i leghisti salveranno un altro ministro accusato di aver rapporti con la mafia.
Come è noto un’agenzia di rating ha declassato l’Italia. Siamo stati retrocessi nella valutazione della nostra struttura economica e sociale. Di fronte ad un fatto così grave che ha già  avuto una ripercussione serissima sul differenziale tra i nostri titoli pubblici e quelli tedeschi, la cosa più ovvia sarebbe stata quella di rassicurare i mercati con provvedimenti atti a consolidare e a far crescere la nostra economia. Niente di tutto questo è accaduto. La destra ha accusato l’agenzia di leggere troppo i giornali di sinistra e il Capo ha parlato di una congiura.
Nell’era fascista quando le cose non andavano bene, Mussolini se la prendeva con la perfida Albione (l’Inghilterra). In continuità  ideale, visto il disastro del Paese, Berlusconi se la prende con i “circoli anglosassoni” e naturalmente con la stampa comunista del prototipo “The Economist”.
Tutti i circoli economici, culturali e politici del mondo sostengono che uno dei problemi decisivi dell’Italia è la sua credibilità  politica. Soltanto le gerarchie vaticane sembrano disinteressate al degrado anche morale del Paese. Non è una chiacchiera la divisione tra pezzi importanti del mondo dei cattolici e i suoi vertici “romani”. Se avete pazienza e tempo andate in internet e sfogliate giornali e video che parlano dell’Italia. Non sarete rallegrati da ciò che leggete e vedete in video.
In questa situazione il problema è come eliminare dal governo il ministro Tremonti. Pur senza alcuna simpatia per l’uomo e spesso in disaccordo con la sua azione di ministro, non posso non ricordare che, in Europa, l’unico membro del governo che ha avuto apprezzamenti è stato proprio Tremonti. Di fronte alla crisi del debito italiano la priorità  del governo deve essere quella di eliminare Tremonti? Si ritiene che sostituirlo con il competente e amatissimo ministro Sacconi aumenterebbe la credibilità  del governo?
Non so se è chiaro a tutti ma l’aumento del differenziale tra i BTP e i titoli tedeschi ha conseguenze immediate e gravissime per la nostra economia e per le condizioni materiali del popolo e della sua imprenditorialità . Non è una forzatura quella della Marcegaglia quando chiede al governo di lasciare il passo se non è capace di governare. Se la Confindustria dichiara che bisogna salvare l’Italia dal disastro significa che siamo vicinissimi alla catastrofe. Se il costo del debito continua ad aumentare significherà  che le banche non avranno più risorse per gli investimenti delle imprese e i costi dei mutui stipulati dalle famiglie aumenteranno in modo esponenziale.
Quasi per statuto il mondo delle imprese è sempre stato filogovernativo e non va dimenticato che nella costruzione del berlusconismo il padronato italiano ha avuto le sue belle responsabilità . Le ovazioni a Berlusconi nelle assemblee confindustriali non sono avvenute in un passato lontano. Se oggi dice basta qualcosa di grave sta succedendo.
Si è svolto a Perugia un’incontro degli amministratori locali di tutte le parti politiche. E’ stata una riunione per molti versi drammatica. Non è un giudizio di parte quello che denuncia il rischio che lo svuotamento di risorse per il governo locale mette in difficoltà  la stessa tenuta democratica del Paese. Togliere ancora più risorse alle strutture pubbliche decentrate renderà  impossibile qualsiasi politica d’investimento. La crescita da tutti rivendicata rimarrà  un miraggio. Si renderà  ancora più precaria la vita dei cittadini e per le nuove generazioni un posto di lavoro e una scuola adeguata rimarranno nell’ambito dei pii desideri. Quanto può reggere una società  in cui l’unica prospettiva è un impoverimento progressivo anche per ceti abituati con il lavoro e con il risparmio ad avere una vita dignitosa?
Che fare? Ci vorrebbe un’aggregazione politica e culturale capace di individuare quali priorità  dare ad un Paese, che pur berlusconizzato in molti settori, ha le energie e le intelligenze per avviare un percorso virtuoso capace di ridare un’immagine dell’Italia di maggior civiltà  di quella oggi rappresentata.

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