Questo è il tempo dell’eterno presente. Si vive il giorno per
giorno, senza passato e senza futuro. Come in un pessimo reality
show, l’ultimo fatto annichilisce tutto ciò che è successo prima.
Artista nella comunicazione, il leader di Forza Italia sa che una
bugia ripetuta all’infinito alla fine diviene la realtà  anche per
il popolo dei teleutenti. Chi ricorda più la finanza creativa del
ministro Tremonti? Le cartolarizzazione che non generavano altro
che nuovi buchi di bilancio in un infinito gioco delle tre carte
che ha prodotto ricchezza privata (per pochi) e povertà  pubblica
per tutti. Tutto ciò è stato rimosso dalla testa della gente? Le
bugie non hanno affatto le gambe corte. E la debolezza delle
argomentazioni dei governanti di centrosinistra, le loro
interminabili liti, il cambiar parere ogni giorno, rende l’azione
del governo perigliosa e incerta.
Su questo fa affidamento Berlusconi nel suo attacco al governo
Prodi. Il cavaliere dimezzato è convinto che il popolo abbia già 
rimosso il disastro dei cinque anni di governo della destra.
Si sente libero di sostenere che l’abbassamento del rating,
dichiarato da due società  di analisi, sia responsabilità  delle
scelte economiche di Padoa Schioppa. E’ una mistificazione. Le
agenzia di rating costruiscono il loro giudizio nel medio periodo
e l’Italia che hanno stimato non può che essere quella lasciata
dal governo della destra. D’altra parte sarebbe utile una
valutazione sull’affidabilità  di certi organismi di valutazione.
Ad esempio va ricordato come nella cronaca economica di questi
anni non sono mancati scandali micidiali che hanno coinvolto
società  di certificazione. Ricordate il fallimento di alcune delle
corporation americane, una su tutte la Enron? Si dimostrò
l’assoluta inaffidabilità  della società  di certificazione: la
“Arthur Andersen” la più grande del mondo dichiarò fallimento a
seguito dello scandalo.
La Fitch, una delle società  di rating che ci ha declassato, è
famosa perchè fino al giorno del crac in borsa, giudicava la
Parmalat assolutamente affidabile. Si preoccupi Padoa Schioppa del
rating, ma si preoccupi principalmente di far approvare una
finanziaria che serva al Paese.
Si tratta di una finanziaria comunista, tuona l’ex capo del
governo e organizza manifestazioni di piazza in difesa della
democrazia negata dai catto-comunisti.
Che la destra scelga la piazza rientra nella propria
responsabilità  e sbaglierebbe il centrosinistra a intimorirsi per
il dissenso espresso democraticamente.
Prodi dovrebbe preoccuparsi invece dello scadimento nell’opinione
pubblica dell’immagine della compagine governativa. Sostenere come
fa Prodi che una finanziaria è seria se scontenta tutti è quanto
meno bizzarro. Si possono fare cose serie anche trovando il
consenso di una parte del Paese e l’apprezzamento per l’azione di
alcuni ministri lo dimostra. C’era bisogno di tanto rumore
mediatico per trovare un accordo prima con i sindaci sui
trasferimenti finanziari o poi con confindustria e sindacati sul
TFR? Non si sarebbe guadagnato tempo se prima di presentarla la
finanziaria fosse stata sottoposta al vaglio delle forze sociali e
istituzionali? Che le forze politiche di governo abbiano
presentato 250 emendamenti alla finanziaria in discussione
dimostra una frantumazione politica da brividi.
Di fronte a questo, come si fa a giudicare ostruzionismo se la
destra di emendamenti ne presenta 1000? I cattivi parlano di
dilettanti allo sbaraglio. Hanno ragione i cattivi? Bisogna avere
pazienza: alternative a questi governanti al momento non se ne
vedono e il Paese non può permettersi una crisi politica che porti
a nuove elezioni.
L’ulivo si è impelagato nella discussione sul partito democratico
e questo non ha affatto aiutato a governare con sagacia una
situazione economico sociale molto difficile. Era così urgente la
discussione sull’unificazione di DS e Margherita? Perchè allo
stato delle cose soltanto di questo si tratta. E rimane ancora
difficile immaginare un partito affascinante perchè Rutelli e
Fassino indossano la stessa maglia per giocare una partita di cui
non si conoscono nè regole nè finalità . Ma al di là  degli
scettici, il treno è partito da Orvieto e anche per inerzia il
“sogno” di costruire un partito all’americana andrà  avanti anche
scontando lacerazioni a sinistra. Per adesso masse pressanti per
entrare nel nuovo partito non se ne vedono e solo i capi sono
nella tenzone. Una tenzone che ha qualche aspetto singolare. Ad
esempio nella Margherita è esplosa la questione delle tessere. In
vista del congresso sembra che, in alcune situazioni, vi sia stato
un boom degli iscritti al partito di Rutelli e Marini. Sussurri
dicono che a Terni gli iscritti alla Margherita siano 5000 (a
Milano 8000) e in altre località  vi sono più iscritti che
elettori. Regalare le tessere di un partito non è cosa buona, la
democrazia ne risente e la politica continua nel suo degrado.
Se il nuovo partito sarà  dominato dai “signori delle tessere”
siamo a posto. Già  esercitano il dominio nella politica italiana
le signorie territoriali, figuriamoci che qualità  la democrazia
può avere se è organizzata attraverso iscritti taroccati.
Pazienza e ironia sono le principali virtù di un rivoluzionario,
scandiva Yves Montand in un bel film di Alain Resnais negli anni
sessanta. Di pazienza c’è ne vuole tanta, l’ironia è merce
rarissima nella classe politica, i rivoluzionari è noto che si
sono estinti da tempo. Sono diventati tutti riformisti. Tempi
difficili ci aspettano.
Corriere dell’Umbria 22 ottobre 2006

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