Sbaglia Veltroni, quando sostiene che il Paese è privo di una guida politica. Le elezioni di aprile hanno assegnato a Berlusconi un potere straordinario che il Capo esercita alla grande producendo un’accelerazione nel consolidare una democrazia diversa da quella prevista dalla Costituzione repubblicana. Lo svuotamento dei poteri del Parlamento, la decretazione d’urgenza come metodo di governo rende problematica qualsiasi azione d’opposizione ai voleri di Berlusconi e Bossi.
Per il centrosinistra non si è trattato di una sconfitta elettorale ma di una liquefazione ideale e organizzativa alla quale nessuno sembra essere in grado di reagire. L’agenda politica, le parole della politica continuano ad essere tutte dettate dal berlusconismo trionfante. Il PD, balbetta, la sinistra è afona. Sta diventando una barzelletta la questione se si deve dialogare o no tra opposizione e maggioranza mentre nel concreto vanno avanti i provvedimenti della destra al governo. Resistere, resistere, resistere diceva il magistrato di Milano. Reprimere, reprimere, reprimere sembra essere il modello del berlusconismo al potere. Si va dai provvedimenti contro la prostituzione al ripristino del voto in condotta, alla repressione del tifo violento alla lotta ai fannulloni del pubblico impiego. Provvedimenti discutibili e da discutere, ma che enfatizzano un clima di allarmismo sociale in cui è possibile anche intimidire giornalisti che scrivono di camorra o giovani che fischiano un ministro. La tolleranza zero, giusta contro la criminalità , viene applicata anche contro coloro che amano sedersi in panchina. Recentemente ho scoperto che in molte zone del Paese le amministrazioni locali hanno deciso di eliminare le panchine dai parchi e dalle piazze. Alcuni sindaci hanno decretato che saranno multati tutti coloro che si assembrano nei parchi qualora il numero superi le tre unità . Le nostre città continuano ad essere presentate come in balia di una delinquenza diffusa in cui nessuno può essere tranquillo. Si trasformano zone della città in un enorme pub all’aperto, non si produce alcun progetto per le giovani generazioni e ci si meraviglia se poi gli ettolitri di birra bevuti nelle notti cittadine trasformano i vicoli delle città in latrine.
Saranno anche morte le ideologie ma il pensiero è divenuto unico e chi non ci sta è diventato un pericoloso sovversivo. Meglio eliminare qualsiasi rappresentanza nei luoghi della democrazia istituzionalizzata. In parlamento già ci sono riusciti. La sinistra, anche per proprie responsabilità è scomparsa sia alla Camera che al Senato. E quando l’opposizione a Berlusconi rimane nelle mani dell’onorevole Di Pietro qualche preoccupazione è legittima. La prossima settimana in Parlamento inizierà la discussione sulla riforma della legge per le elezioni Europee del prossimo anno. L’intenzione della destra è di fare una legge simile a quella che il proponente Calderoli definì una porcata. Visti i risultati, si vuol fare un’altra porcata. Sbarramento al cinque percento, nessuna preferenza. Un’altra volta non ci saranno eletti al consesso europeo ma nominati dai partiti. Nei regimi di democrazia popolare dei Paesi del blocco sovietico si svolgevano “libere” elezioni con il meccanismo della lista unica senza preferenze. In Italia sarà meglio, le liste saranno più di una, ma la scelta degli eletti la faranno gli oligarchi di Roma. Per il centrodestra sarà più semplice: Berlusconi deciderà ogni eletto. Per il PD sarà più complesso considerando che i capi cordata sono più numerosi. Personalmente ho deciso di non partecipare ad alcun’elezione se non mi sarà consentito di scegliere oltre che il partito anche il mio rappresentante nelle assemblee. Decisione dolorosa per chi crede che il voto sia un’espressione alta in una società . Ma quando il voto è truccato è tempo di ribellarsi. Sarebbe interessante se il maggior partito di opposizione rialzasse la bandiera di una democrazia partecipata. Non è questa una priorità per un partito che si chiama democratico?
Il PD non sembra ancora in grado di reagire. Mi dicono che la festa dei Democratici di Firenze sia andata bene, ma non è con le feste che si riacquista un rapporto con la realtà . E se c’è una certezza è che il partito di Veltroni non è riuscito ad intercettare nemmeno tutti i voti che la sinistra ha perduto ne a conquistare un solo voto del moderatismo cattolico. Mancanza di idee e di anima politica. Attualmente sembra prevalere nei gruppi dirigenti, come avviene da una quindicina d’anni, la preoccupazione per i destini individuali. Non so dalle altre parti, ma in Umbria l’assillo dei più è quello di collocarsi al meglio per le prossime avventure elettorali.
Le cose sono forse complicate perchè non si vuol prendere coscienza che il berlusconismo ha vinto non solo le elezioni, ma nella testa della maggioranza del popolo prevalgono i valori di Berlusconi. Forse anche perchè, il centrosinistra, ha accettato da quindici anni l’agenda politica del Cavaliere di Arcore e l’idea della democrazia che ha la destra politica. Che differenza c’è tra il presidenzialismo populista della destra e gli atteggiamenti concreti di certi sindaci o “governatori” (quanto piace agli interessati questo appellativo) del centrosinistra? Nessuna. L’aver trasformato un meccanismo di democrazia diretta come le primarie in un plebiscito, ha aiutato l’idea dell’uomo solo al comando. In questo Berlusconi ha dimostrato di essere imbattibile.
Bisognerebbe cambiare priorità e ricominciare a studiare quello che è diventata la democrazia italiana. Il Presidente Napolitano ha ragione, quando denuncia il fatto che non tutti si riconoscono nella Carta Costituzionale. Sarebbe utile domandarsi se l’enfasi posta da tutti sull’esigenza di riforme costituzionali stimoli o meno un maggior apprezzamento della Costituzione del 1948. Mia convinzione è che vero limite della Carta è quello della sua mancata attuazione. Ma questa è discussione che riguarda gli esperti.