Un disastro diffuso
Rileggetevi le dichiarazioni del centrodestra all’inizio di questa tornata elettorale.
Doveva essere confermato l’apprezzamento del popolo per il governo Berlusconi-Scillipoti. Una sorta di referendum a riprova dell’appeal del Cavaliere a segnalare il disprezzo popolare verso l’accanimento delle “toghe rosse” contro il più amato dagli italiani.
Non è andata esattamente così. Nella Milano berlusconizzata da una quindicina d’anni, il responso elettorale è stato tale che il ciarliero ministro La Russa, sudato e affranto, non ha potuto che riconoscere che le cose non erano andate benissimo. A Milano, un gentile signore, Pisapia, era risultato vincente con uno scarto di oltre il sei per cento dei voti, ha obbligato al ballottaggio la sindaco uscente. In cinque anni Berlusconi ha perso la metà delle sue preferenze personali nonostante la chiamata alle armi del suo popolo, delle sue televisioni e degli svariati opinion maker. La Lega non ha intercettato uno che sia uno dei voti persi dal partito di proprietà del Cavaliere di Arcore. Un disastro elettorale diffuso in tutta Italia, non solo a Milano. Sono stati chiamati alle urne oltre tredici milioni di elettori, non si è trattato di un sondaggio quindi, ma della dimostrazione che il centrodestra non ha più la maggioranza nel Paese. (altro…)