da Francesco Mandarini | Set 16, 2008
Sbaglia Veltroni, quando sostiene che il Paese è privo di una guida politica. Le elezioni di aprile hanno assegnato a Berlusconi un potere straordinario che il Capo esercita alla grande producendo un’accelerazione nel consolidare una democrazia diversa da quella prevista dalla Costituzione repubblicana. Lo svuotamento dei poteri del Parlamento, la decretazione d’urgenza come metodo di governo rende problematica qualsiasi azione d’opposizione ai voleri di Berlusconi e Bossi.
Per il centrosinistra non si è trattato di una sconfitta elettorale ma di una liquefazione ideale e organizzativa alla quale nessuno sembra essere in grado di reagire. L’agenda politica, le parole della politica continuano ad essere tutte dettate dal berlusconismo trionfante. Il PD, balbetta, la sinistra è afona. Sta diventando una barzelletta la questione se si deve dialogare o no tra opposizione e maggioranza mentre nel concreto vanno avanti i provvedimenti della destra al governo. Resistere, resistere, resistere diceva il magistrato di Milano. Reprimere, reprimere, reprimere sembra essere il modello del berlusconismo al potere. Si va dai provvedimenti contro la prostituzione al ripristino del voto in condotta, alla repressione del tifo violento alla lotta ai fannulloni del pubblico impiego. Provvedimenti discutibili e da discutere, ma che enfatizzano un clima di allarmismo sociale in cui è possibile anche intimidire giornalisti che scrivono di camorra o giovani che fischiano un ministro. La tolleranza zero, giusta contro la criminalità , viene applicata anche contro coloro che amano sedersi in panchina. Recentemente ho scoperto che in molte zone del Paese le amministrazioni locali hanno deciso di eliminare le panchine dai parchi e dalle piazze. Alcuni sindaci hanno decretato che saranno multati tutti coloro che si assembrano nei parchi qualora il numero superi le tre unità . Le nostre città continuano ad essere presentate come in balia di una delinquenza diffusa in cui nessuno può essere tranquillo. Si trasformano zone della città in un enorme pub all’aperto, non si produce alcun progetto per le giovani generazioni e ci si meraviglia se poi gli ettolitri di birra bevuti nelle notti cittadine trasformano i vicoli delle città in latrine.
Saranno anche morte le ideologie ma il pensiero è divenuto unico e chi non ci sta è diventato un pericoloso sovversivo. Meglio eliminare qualsiasi rappresentanza nei luoghi della democrazia istituzionalizzata. In parlamento già ci sono riusciti. La sinistra, anche per proprie responsabilità è scomparsa sia alla Camera che al Senato. E quando l’opposizione a Berlusconi rimane nelle mani dell’onorevole Di Pietro qualche preoccupazione è legittima. La prossima settimana in Parlamento inizierà la discussione sulla riforma della legge per le elezioni Europee del prossimo anno. L’intenzione della destra è di fare una legge simile a quella che il proponente Calderoli definì una porcata. Visti i risultati, si vuol fare un’altra porcata. Sbarramento al cinque percento, nessuna preferenza. Un’altra volta non ci saranno eletti al consesso europeo ma nominati dai partiti. Nei regimi di democrazia popolare dei Paesi del blocco sovietico si svolgevano “libere” elezioni con il meccanismo della lista unica senza preferenze. In Italia sarà meglio, le liste saranno più di una, ma la scelta degli eletti la faranno gli oligarchi di Roma. Per il centrodestra sarà più semplice: Berlusconi deciderà ogni eletto. Per il PD sarà più complesso considerando che i capi cordata sono più numerosi. Personalmente ho deciso di non partecipare ad alcun’elezione se non mi sarà consentito di scegliere oltre che il partito anche il mio rappresentante nelle assemblee. Decisione dolorosa per chi crede che il voto sia un’espressione alta in una società . Ma quando il voto è truccato è tempo di ribellarsi. Sarebbe interessante se il maggior partito di opposizione rialzasse la bandiera di una democrazia partecipata. Non è questa una priorità per un partito che si chiama democratico? (altro…)
da Francesco Mandarini | Set 5, 2008
Con la fine dell’estate l’attività politica riprende con il consueto affastellarsi di urgenze e priorità . Non è che in estate le cose del mondo si fossero fermate. Un circoscritto conflitto, quello della Georgia, aveva dato modo a Berlusconi di mostrare al mondo che la sua amicizia con Putin, tornava utile anche per problemi drammatici e non solo per le vacanze in una dacia in Russia o in villa al mare in Sardegna. E dopo il miracolo della mondezza napoletana e provvedimenti finanziari approvati con la velocità di Bolt, Berlusconi confermava la sua straordinaria vitalità politica.
Le feste di partito si sono svolte in tono minore. Quelle del PD, ad esempio, non hanno costituito grandi eventi politici come spesso lo erano state quelle titolate “feste dell’Unità “. Certo sarebbe sciocco pensare che ciò dipenda dal cambio di nome dei raduni. Il problema è che il PD ha perso malamente le elezioni e la cosa è di per se grave. Diviene drammatica se il partito di Veltroni non riesce a fare nemmeno un’opposizione decente al governo della destra. E argomenti il governo ne ha date a iosa.
Il PD in autoanalisi permanente, ha in genere su ogni argomento due o tre posizioni, a volte radicalmente diverse tra loro.
Ad esempio, prendiamo la questione Alitalia. Questione complessa in cui le responsabilità riguardano molti (compresi i sindacati).
Veltroni definisce la soluzione prescelta dal governo, come una soluzione sbagliata che produrrà soltanto ulteriore debito pubblico senza risolvere il problema. Una linea netta di contrarietà . Marrazzo, giornalista televisivo, miracolato a presidente della regione Lazio espresso dal Partito Democratico, invece la ritiene soluzione ottima tanto da voler partecipare alla compagine societaria. Un povero cristo di militante del PD che dovrebbe pensare? Il segretario dice una cosa un’espressione del partito in cui milita dice il contrario. Perdere le elezioni è un problema serio. Apparire invece di un partito un ectoplasma senza alcuna intelligenza colletiva diviene una catastrofe irrimediabile.
da Francesco Mandarini | Lug 31, 2008
Berlusconi è diventato un uomo libero. Non potrà essere ne inquisito ne giudicato per alcun reato fin quando sarà capo del governo. Olmert, primo ministro israeliano, ha annunciato le dimissioni perchè sotto indagine per corruzione. Berlusconi è uomo del fare cosi ha fatto votare dal Parlamento una legge speciale che ha modificato la Costituzione: non siamo più uguali di fronte alla legge. Ci hanno spiegato che è meglio il Lodo Alfano che il provvedimento che sospendeva tutti i processi per un anno in modo da impedire lo svolgimento del processo di Milano contro il Cavaliere. E’ la tesi del meno peggio. Di meno peggio in meno peggio non si sa dove si andrà a finire, ma l’indignazione è divenuta merce rara dalle nostre parti. Unico aspetto positivo è che adesso la destra al potere dovrà dimostrare di saper governare. Le toghe rosse non intralceranno più l’azione dell’uomo di Arcore. Statista di fama mondiale, il cavaliere potrà finalmente governare senza impicci. Per adesso pur con una maggioranza parlamentare bulgara, la destra passa dalla decretazione d’urgenza al voto di fiducia rendendo il Parlamento il regno dei “fannulloni” meglio pagati in Europa. Che può fare un povero (per modo di dire) parlamentare al momento che ciò che decidono Berlusconi, Tremonti o Bossi (Alleanza Nazionale è ininfluente) diviene immodificabile? Decreti e voto di fiducia sono un meccanismo micidiale per la democrazia parlamentare. Un procedimento usato per imporre leggi che stanno rendendo l’Italia il Paese più razzista d’Europa. L’ultima legge del filone xenofobo prevede che la pensione per i più indigenti (coloro che hanno un reddito annuale che non supera i 5000 Euro) che hanno superato i 65 anni sarà data soltanto agli italiani. Se sei un povero immigrato anche con documenti in regola che ti consentono di vivere in Italia non avrai nulla. Che vergogna. Flebile la protesta del governo ombra. Silenti gli opinion maker di fronte a questa brutta pagina della politica della destra. Soltanto la settimana scorsa il Consiglio d’Europa ha giudicato razzisti alcuni provvedimenti presi dal governo Berlusconi irritando i nostri governanti. Per fortuna che è arrivato agosto ed anche Berlusconi andrà in ferie. A settembre ci aspettiamo gli altri miracoli del berlusconismo.
da Francesco Mandarini | Lug 4, 2008
Arriva luglio. Chi potrà andrà in vacanza. Potrebbero, le loro condizioni economiche non lo impediscono, ma i nostri parlamentari dovranno rinunciare al mare. Camera e Senato saranno in seduta permanente. Per cercare di risolvere le emergenze del Paese? Non esattamente. Dovranno cercare di curare gli affari del signor Giulio Cesare. Il declino dell’Italia è certificato in mille modi e la fascia di sofferenza sociale si allarga di mese in mese, ma l’emergenza da quindici anni sembra essere un’altra: il conflitto tra il Capo del PDL e la magistratura o meglio tra Berlusconi e tutti coloro che hanno inteso portare avanti i processi concernenti il proprietario di Mediaset. Berlusconi conosce meglio di qualsiasi altro politico gli umori profondi del Paese, ha saputo enfatizzare le preoccupazioni della gente per la sicurezza, per le tasse e ha stravinto le elezioni proprio per questo. Berlusconi sostiene che essendo stato eletto dal popolo è legittimato a governare al di là di ogni altro potere che, sostiene, non ha ricevuto il mandato popolare. Una visione della democrazia molto particolare che ha evidentemente molti fans se pochi opinion maker reagiscono a questa tesi. La democrazia è una parola che, come quell’altra,il riformismo, ha bisogno di un aggettivo per avere un senso. Se si vuole evitare “la dittatura della maggioranza”, in una democrazia rappresentativa, bisogna che funzionino pesi e contrappesi. Altrimenti si avrà una democrazia plebiscitaria dove un Cesare ha tutto il potere concentrato nelle sue mani, anche quello di commettere reati senza essere giudicato. Bill Clinton è stato presidente degli Stati Uniti per otto anni. In quel periodo ha subito sette procedimenti processuali senza mai mettere in dubbio la legittimità della magistratura inquirente. (altro…)
da Francesco Mandarini | Giu 28, 2008
Nell’Italia del dopoguerra venivano distribuiti le tessere annonarie e i libretti di povertà alle famiglie povere. Dopo venti anni di liberismo in economia e di berlusconismo in politica, il Ministro Tremonti ha annunciato che circa un milione e duecentomila indigenti avranno una “card” che consentirà loro di spendere 400 Euro l’anno per alleggerire la loro povertà .
Negli Stati Uniti sono, nei confronti dell’indigenza, più generosi: ventiseimilioni di americani poveri hanno i “Food Stamp” che ogni mese consentono loro di spendere 100 dollari (850 Euro l’anno) per comprare cibo. Ma anche 400 Euro l’anno sono graditi ed è meglio di niente si dirà . Infatti, grida di gioia si odono nel popolo della libertà . Dopo l’abolizione dell’ICI è un altro segnale che la destra è attenta e caritatevole nei confronti degli ultimi. La gaiezza tende a scemare quando si conoscono le linee guida della finanziaria per il 2009 rispetto alle risorse per i servizi al cittadino gestiti dalle autonomie locali. Se si analizzano le conseguenze che questi provvedimenti comporteranno per la vita materiale di tutti il rischio è che rimpiangeremo l’ICI sulla prima casa. L’ideologia del meno Stato e più mercato va benissimo per moltissime cose, molto meno per i servizi essenziali al cittadino. Ad esempio, quando la sanità si privatizza, in genere il costo aumenta e per gli alti standard sanitari privati occorrono molti quattrini.
I tagli agli enti locali e alle Regioni, la reintroduzione del ticket per le prestazioni sanitarie, significano un altro ridimensionamento ad welfare state che è già tra i più scadenti a livello europeo. Non paghiamo più l’ICI per la prima casa, ma trasporti pubblici, scuola, servizi per l’infanzia e per gli anziani dovranno essere ridimensionati assieme alla qualità della sanità pubblica.
Non ci saranno le risorse.
Durante la campagna elettorale, sia Berlusconi che Veltroni, avevano indicato una priorità assoluta. I due competitor sostenevano che il basso livello delle retribuzioni e delle pensioni è divenuto intollerabile ed è un grave danno per l’intera economia italiana. Bisogna aumentare il potere di acquisto, senza ripresa della domanda interna non si esce dalla crisi denunciavano i due leader. Quali politiche prevede il documento che Tremonti ha fatto approvare in nove minuti dal Consiglio dei Ministri rispetto ai salari e stipendi? Nulla. I redditi da lavoro e da pensione continueranno ad essere tassati almeno il doppio delle rendite finanziarie e il potere di acquisto della stragrande parte del popolo non migliorerà .
Molti hanno sostenuto che questo governo della destra sarà radicalmente diverso da quello che ha guidato l’Italia per cinque anni prima dei diciotto mesi del governo Prodi. La speranza che, risolti i suoi personali problemi, Berlusconi affrontasse con intelligenza la deriva del Paese era legittima. Fallita l’esperienza dell’Unione, con un consenso così ampio, la destra poteva e può operare quella modernizzazione dell’Italia ormai irrinviabile. Molte le aperture di credito verso un Berlusconi alfiere del dialogo con l’opposizione e delle buone maniere. (altro…)