Indignarsi è giusto, meravigliarsi no. Il mercato dei voti in atto in Italia è il risultato di un processo di una lunga storia.
Basta fare un giro in una qualsiasi libreria per scoprire decine e decine di studi, saggi, ricerche sul sistema politico dell’Italia berlusconizzata. Intellettuali, filosofi, sociologi sono anni che descrivono la decadenza della democrazia, in Italia e nel mondo.
Si pensa forse che non vi siano conseguenze alla scelta di rendere la politica una carriera personale? Si ritiene ininfluente il fatto di avere un Parlamento di nominati dalle oligarchie dei partiti attuali? Decine di parlamentari, di centrodestra e di centrosinistra, hanno cambiato casacca ripetutamente e sono rimasti a galla per anni e anni nell’indifferenza dell’elettorato.
La nostra è divenuta negli anni, e non solo per responsabilità  di Berlusconi, una democrazia con forti tratti di populismo.
Il populismo per affermarsi ha bisogno di un Capo che decide i destini dei propri subalterni. Premia i meritevoli in obbedienza, punisce chi dimostra una qualsiasi forma di autonomia.
Ne sa qualcosa Fini. Cacciato dal PDL soltanto perchè aveva, sommessamente e con lungo ritardo, chiesto un poco di democrazia interna al partito. La cosa ha riguardato anche quei raggruppamenti del centrosinistra in cui ha prevalso per anni un padre-padrone che a dispetto di ogni democrazia interna ha preteso ubbidienze e fedeltà .
Che cosa è il berlusconismo? Volgarità  a parte, il dominio di Berlusconi è stato possibile costruendo un ceto politico che ha come obiettivo esclusivamente la sua salvaguardia nella carriera e nel vantaggio economico. Un orizzonte questo completamente deciso dal leader massimo. Ma c’è un altro carattere fondante il dominio del Cavaliere: la politica non solo è un fatto d’interesse personale, ma per svolgersi con successo ha bisogno degli amici giusti. Ha suscitato meraviglia il fatto che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, si sia recato alla villa di Arcore per incontrare Berlusconi. Non una visita di cortesia, ma l’occasione per sottoporre al capo del governo questioni inerenti alla città  di Firenze. E’ giusto osservare che non è stato politicamente irrilevante dimostrare di accettare l’altro paradigma berlusconiano. Il cavaliere ha stabilito che i luoghi dove si esercita il potere pubblico, sono le sue residenze private. La privatizzazione della politica all’ennesima potenza. Il problema è anche un altro. Dichiarazione di ieri del sindaco Renzi: “L’accordo era che il giorno successivo, fatte le verifiche con Letta, con Tremonti e con gli altri, si sarebbe fatto un comunicato congiunto per dare notizia del nostro incontro e invece.”
Domanda. In base a quale legge o criterio il sindaco rottamatore pretendeva un trattamento speciale per la bella Firenze da parte di Berlusconi, Letta, Tremonti e gli altri? Il sindaco ha dichiarato di odiare le ideologie, è un uomo del fare anche lui. Con l’ideologia c’entra poco l’evitare di andare con il cappello in mano in una villa privata non di altissima reputazione. Palazzo Chigi è molto più vicino a Firenze, con la Freccia Rossa ci vuole un’ora soltanto.
E’ possibile che il governo ottenga la fiducia del Parlamento la prossima settimana. Alcuni parlamentari di diverse formazioni hanno deciso, per responsabilità  nazionale, di appoggiare Berlusconi. In un bipolarismo perfetto il centrodestra chiama traditori i finiani, Di Pietro chiama infami i peones che hanno scelto, senza nulla chiedere, di essere responsabili votando no alla sfiducia. Tutto ciò è riconducibile al disastro della politica attuale e non può stupire. Un disastro che non è soltanto italiano. Basta osservare ciò che sta succedendo in Inghilterra per avere la conferma della difficoltà  per la politica di affrontare le contraddizioni del tempo. A Londra c’è un governo di coalizione: Conservatori e Liberal-democratici. A differenza di quanto avviene in Italia, i programmi elettorali dei partiti sono molto semplici e trasparenti. In quello dei Liberali era scritto che mai avrebbero aumentato le tasse universitarie. La camera dei Comuni ha aumentato la tassa d’iscrizione alle università  pubbliche fino a 11 mila Euro l’anno. La protesta studentesca è stata violentissima e l’uomo più disprezzato dall’opinione pubblica non solo studentesca è divenuto il leader dei Lib-dem, Mr.Clegg. I sondaggi prevedono la scomparsa elettorale di questo partito. Non hai mantenuto la promessa elettorale? Punizione degli elettori.
In Italia è diverso. Il programma elettorale del centrodestra era un libro pieno di buone intenzioni, sogni che sarebbe impossibile rammentare. Nonostante la massiccia maggioranza, il governo di promesse ne ha mantenute pochine. Si giustificano con l’impatto della crisi mondiale. Questa c’entra poco con l’assoluta inconsistenza di ogni politica di sviluppo e con l’indifferenza nei confronti dell’impoverimento di parti sempre più consistenti del popolo. Il destino di intere generazioni non sembra interessare più di tanto e il mondo della cultura in protesta permanente viene considerato con la sufficienza dichiarata da Tremonti: la cultura non si mangia. La si tagli assieme alla ricerca e ai fondi per la scuola.
Dicono che la campagna acquisti sia andata bene e che per due o tre voti la fiducia ci sarà . Staremo a vedere.
Quello che è certo è che politicamente questo governo non è nelle condizioni di governare. La scelta sarà  delle elezioni anticipate? Difficile fare previsioni. Al di là  dell’ignominia dei suoi meccanismi, questa legge elettorale non assicura la maggioranza nè al centrodestra nè al centrosinistra. Modificarla sembrerebbe la cosa più ragionevole. Aiuterebbe molto se in uno sforzo di intelligenza i partiti del centrosinistra e del centrodestra non berlusconizzato trovassero l’accordo per una legge elettorale civile. Sarà  interessante verificare se dalle piazze di Roma occupate ieri dal popolo dei democratici uscirà  un PD più unito e meno portato all’autoflagellazione.

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