Una mela al giorno toglie il medico di torno. Uno spot al giorno consente a Berlusconi di rimanere il politico più amato dagli italiani. Tanto amato che anche “Il Riformista” diretto da Polito e di proprietà  della famiglia Angelucci, si è sentito in dovere di indire un premio e di nominare Berlusconi il politico dell’anno. Giusto il riconoscimento perchè di spot il Cavaliere ne ha per tutti i gusti e Polito ha un palato raffinato. Quando, Berlusconi propone che gli affaticati parlamentari non abbiano più la responsabilità  di votare le leggi delegando il voto ai propri capi gruppo, il Cavaliere è coerente con la Sua idea di democrazia. E’ vero che anche nelle democrazie popolari di sovietica memoria i parlamentari avevano almeno il diritto di partecipare al voto ed è vero che in nessuno Paese democratico al mondo c’è qualcuno che vuol sequestrare l’elementare concetto di una testa, un voto. Ma in tutti i Paesi i parlamentari sono eletti dal popolo e non nominati dai capi partiti come succede ai parlamentari italiani. Essendo poco più che impiegati della ditta Berlusconi e Compagni, i membri di Camera e Senato non devono rispondere a nessun altro che a chi li ha miracolati con un seggio in Parlamento. La Costituzione dice un’altra cosa? Il popolo è in ben altre faccende affaccendato per preoccuparsi della distruzione della legge fondamentale della Repubblica. E’ una banalità  senza rilievo il fatto che solo due anni or sono il tentativo del centrodestra di travolgere la Carta sia stato sconfitto da un larghissimo voto popolare. Chi se ne ricorda più? E poi la maggioranza ha diritto di fare ciò che vuole e se le lungaggini della democrazia sono un disturbo, si cambino leggi e regolamenti e si proceda con l’assegnazione del potere assoluto al nostro Cesare. L’Italia ha molti primati positivi dovuti alla creatività  e alla capacità  di lavoro di tante donne e uomini che rendono il Paese apprezzato nel mondo. Il Made in Italy rimane in alcuni settori un marchio di garanzia. Abbiamo però qualche problema particolare che c’entra poco con la crisi globale frutto delle politiche dei liberisti che attanaglia il mondo e contro la quale in Italia si risponde soltanto con pannicelli caldi. Ad esempio le statistiche stabiliscono che siamo al vertice dell’Europa per l’evasione fiscale. Circa il 25% della ricchezza nazionale sfugge completamente ad ogni tassazione. L’abusivismo edilizio ha devastato coste, città , colline e pianure. Problematiche antiche che le classi dirigenti non hanno mai affrontato con serietà . Che ti inventa il Berlusconi? Intanto visto che l’evasione è un “carattere nazionale”, rendiamola più semplice: via tutte le procedure inventate da Padoa Schioppa e dal pessimo Visco per tracciare i movimenti di capitale. La lotta all’evasione? Lottiamo per la libertà  e contro le intercettazioni. Evadere non è peccato sostenne il Nostro durante una campagna elettorale e la coerenza è una costante dell’Uomo di Arcore. La proposta minimalista di Franceschini di un contributo dei redditi più alti è considerata demagogia dalla destra mentre forse non sta in piedi proprio perchè le grandi ricchezze sono esenti da qualsiasi tassazione. Nonostante i vincoli e le prescrizioni si è massacrato il territorio e le città ? Siamo pragmatici dicono i governanti: aboliamo i vincoli e le prescrizioni. Il Governo si appresta a votare un decreto chiamato, non si sa perchè, Piano per la Casa che elimina ogni autorizzazione per i lavori di ampliamento della propria abitazione. Basterà  un’autocertificazione di un geometra per allargare del 20% il proprio appartamento o villetta. Che le procedure vigenti possano essere migliorate e accelerate è certo e doveroso farlo. Prima di ottenere il permesso di ristrutturare l’appartamento in cui vivo dovetti aspettare un anno. Forse troppo. Ma deregolamentare completamente gli interventi urbanistici è una mostruosità . In un Paese dove prevale un familismo arcaico e l’egoismo proprietario è l’ideologia dominante, il bene pubblico è tenuto in scarsa considerazione e la salvaguardia dell’ambiente è questione che riguarda gli altri, quasi mai il singolo nucleo famigliare. Immaginate ciò che potrà  succederà  nelle coste della Calabria o nelle colline dell’Umbria. Quante superfetazioni, quante brutture potranno essere costruite senza più timore di doverle abbatterle perchè non conformi a piani urbanistici o paesaggistici? Per fortuna c’è la Costituzione che assegna alle regioni e ai comuni la responsabilità  dell’urbanistica. Ognuno si assuma quindi le proprie responsabilità . Siamo già  in campagna elettorale per le amministrative di giugno. I candidati si vanno precisando in tutte le città  e si spera che gli aspiranti sindaco proporranno i loro programmi. Sarà  l’occasione per un bilancio di cosa oggi sono le città  dell’Umbria nei suoi centri storici e nelle sue periferie. L’Umbria è arrivata in ritardo allo sviluppo e ciò ha comportato anche scelte urbanistiche affrettate e non sempre rispettose dell’esigenza di salvaguardare il territorio. Insomma anche da noi non mancano le brutture. Anche se l’abusivismo è stato contenuto non è detto che quello che è stato costruito legittimamente sia il massimo dell’urbanistica moderna. Ad esempio l’asse che va da Perugia verso Magione appare come un accrocchio urbanistico senza alcun criterio se non quello del costruire per costruire. In genere questa filosofia non produce la città  ideale. Non siamo più nel sottosviluppo e forse la crisi globale può essere l’occasione per ripensare la nostra regione anche dal punto di vista della salvaguardia del nostro patrimonio urbanistico e paesaggistico. Un patrimonio che ci viene dal passato di cui non possiamo vantare nessun merito. Ne acquisiremmo dei meriti se almeno riuscissimo a salvaguardarlo non solo per i turisti ma anche per i nostri figli e nipoti.

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