Una delle più confuse campagne elettorali del dopoguerra. E’ un rincorrersi di promesse di cui la destra populista e partito democratico si rinfacciano il copyright delle proposte. Veltroni garantisce l’aumento delle pensioni? Berlusconi si impegna a legare le pensioni al costo della vita. Le risorse per farlo? Non si conoscono. Ne si conosce perchè il governo Berlusconi prima e quello Prodi successivamente non lo hanno legiferato quando governavano il Paese. Non erano folli i ministri della sinistra quando ponevano la questione del risarcimento sociale quale priorità  del governo Prodi se Veltroni e addirittura Berlusconi oggi promettono la stessa cosa richiesta per mesi da Ferrero, Mussi e Diliberto.
Comunque, alla ricerca del colpo di teatro che sposti gli orientamenti dell’elettorato, Veltroni e Berlusconi la fanno da padroni nei giornali e nelle televisioni alla faccia della legge che prevede, per le TV, uguale possibilità  di accesso per tutte le forze politiche al di là  del peso elettorale. La faticosa campagna solitaria di Veltroni obbliga il cavaliere a rincorrere il capo del PD e già  questo è una novità .
Gli altri competitor stanno a guardare scavalcati a destra e a sinistra dai due duellanti. Ogni tanto invitati a qualche talk show i leader dei partiti minori sembrano annichiliti dalla scelta di tutti i mass media di assegnare ai due contendenti maggiori quasi tutto lo spazio della comunicazione. I vari Casini, Bertinotti, Boselli e Storace provano a dimostrare l’utilità  di una scelta di voto diversa da quella del “voto utile” ma il fuoco di sbarramento dei giornali rende problematico l’obbiettivo.
Per il popolo che fu della sinistra, la vittoria di Berlusconi è una specie di incubo che si spera evitare dando forza al PD anche a dispetto dei propri ideali e, magari con la puzza al naso, votare per la Binetti o per Rutelli. Sembrerebbe una scelta razionale ma forse non è la sola decisiva. Il berlusconismo permea la società  italiana da molti anni e la esangue democrazia italiana ha certo la necessità  di un PD forte ma è anche vero che il partito di Veltroni ha bisogno di una sinistra politica presente in Parlamento altrimenti i democratici sarebbero assorbiti dal populismo della destra.
Non guasterebbe una dose di saggezza nel guardare oltre l’interesse al voto per il proprio partito.
E’ accertato, ad esempio, che se la Sinistra Arcobaleno non raggiunge, in certe regioni, l’8% dei voti al Senato, i senatori che non ottiene vanno alla coalizione di Berlusconi e non a quella di Veltroni. Ormai lo riconoscono e lo scrivono anche i teorici del voto utile che le elezioni saranno decise dal risultato di alcuni dei partiti minori. Ma poi che significa voto utile? Per decenni una parte consistente dell’elettorato ha votato per il PCI pur sapendo che non ci sarebbe stato un governo con i comunisti. Volevano, quegli elettori, vedere rappresentati in Parlamento i valori e gli ideali in cui credevano. Non tutta la politica si esaurisce con la presenza nel governo. Anche la rappresentanza rende la democrazia vitale. Il voto è sempre utile. Forse dovrebbe essere anche libero.

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