Come in un incubo che solo George Orwell avrebbe potuto descrivere, un’intera classe politica viene soffocata dai rifiuti. La vicenda dell’emergenza della Campania è rilevatrice di alcune verità .
La prima certezza è la chiusura di una lunga fase politica nata dalla catastrofe provocata da tangentopoli. Iniziò la stagione dei sindaci eletti direttamente dal popolo e per questo in grado di scavalcare le vecchie oligarchie dei partiti. Si inaugurò l’era dell’ammirazione per il sindaco capace di raggiungere il 60% dei consensi. Così popolari da scavalcare le oligarchie obsolete del passato grazie a un appassionato rapporto personale e carismatico con gli elettori.
In una sbornia collettiva che adombrava il “partito dei sindaci”, la politica diviene l’apparire, il dichiarare. Tra l’essere e l’apparire non c’è partita. Tutti ambiscono ad essere visibili. Così la politica si trasforma in un avanspettacolo dove le idee contano poco rispetto alla qualità  della cravatta indossata in TV. Immagine, autopromozione, comunicazione, pubbliche relazioni.
E’ questo il vangelo di ogni leader ad ogni livello.
E’tempo di fare un bilancio veritiero di questa stagione.  La scomparsa dei partiti di massa ha messo in campo una classe dirigente che, alzando la bandiera del “nuovo che avanza”, ha personalizzato la politica. Non ci sono più gruppi dirigenti di partito ma singoli leader che, a tutti i livelli, hanno costruito un agire politico essenzialmente basato sul consenso personale e non su un’idea politica costruita assieme ad altri. L’io prevale sul noi. Poco affascinati dall’interesse generale, questi “capi” sono diventati feudatari di una città , di una regione, di un territorio. Le qualità  politiche personali hanno ovviamente inciso diversamente sulle realtà . Ad ottimi sindaci, si sono affiancate personalità  la cui unica capacità  è stata la bravura nella costruzione di un sistema di potere che consentiva la loro personale carriera politica. Nella stagione dei sindaci, cui è seguita quella dei “governatori”, sono state annichilite le competenze di tutte le assemblee elettive. Sindaci e presidenti hanno costruito le personali squadre di giunta e ai consiglieri è rimasto il “potere” di interpellanza. Non sarà  anche la scomparsa del valore della rappresentanza nelle istituzioni ad allontanare la gente dalla politica?
Per molti il localismo è stata la bussola dell’amministrare la struttura pubblica. Non per cattiva volontà , ma perchè il consenso personale deve prevalere, con l’elezione diretta, sull’interesse generale, quando questo richiede scelte che possono essere non popolari.
Che c’entra Napoli con tutto questo? C’entra perchè Bassolino nel bene e nel male è stato anche l’emblema di questa stagione. C’entra perchè la reazione del Paese alla tragedia dei rifiuti è segnata dalla conferma di un localismo esasperato. Una nazione si può definire tale quando non manca una solidarietà  diffusa al momento delle catastrofi. Imperdonabile la classe dirigente campana. Pochi commentatori hanno valutato il fatto che se una regione ha bisogno di commissari straordinari per 14 anni, il fatto di per se rappresenta il fallimento di una classe dirigente locale.
Le competenze dell’ente regione sulle questioni ambientali è primario. Se il consiglio regionale campano non è stato in grado di realizzare il piano dello smaltimento dei rifiuti e abbisogna di un commissario nominato dal governo centrale, significa che si è in presenza di un ceto politico incapace di amministrare che deve essere cambiato. Nelle ultime elezioni regionali il centrosinistra ha stravinto in Campania e Bassolino ha avuto un plebiscito. Eppure la questione rifiuti sussiste da almeno 14 anni. Come spiegarlo? Forse anche la democrazia ha i suoi misteri.
Nessuna indulgenza per la classe dirigente di quella terra ed è anche tempo che il localismo scompaia anche nel popolo che vive a quelle latitudini. La legge del sì ma non nel mio giardino, è una pessima maniera per risolvere i problemi.
Ciò non significa negare la solidarietà . La scelta tutta politica di alcune regioni di escludere qualsiasi forma di aiuto alla gente campana dimostra quanto difficile è la situazione italiana.
Le regioni governate dal centrodestra, Lombardia e Veneto, hanno escluso qualsiasi aiuto. Un’anticipazione emblematica di cosa potrà  accadere se va avanti un federalismo come lo vuole l’onorevole Bossi. Per chi come me non ama affatto il federalismo non è una sorpresa. L’ideologia dell’egoismo proprietario che pervade il Paese, è molto forte nelle terre del leghismo e la destra non aspettava altro che mostrare l’incapacità  del centrosinistra a governare. Se per dimostrarlo bisogna negare solidarietà  ad un popolo non importa.
L’Umbria rientra tra le poche regioni che hanno detto no alla richiesta di Prodi. La cosa desta meraviglia considerando la consolidata sensibilità  dei nostri governanti verso molte forme di solidarietà . E’ stato spiegato che la regione Campania non ha ancora pagato fatture per lo smaltimento fatto in Umbria di rifiuti campani. Capisco che vi sono responsabilità  amministrative da osservare, ma confido nell’intelligenza politica dei gestori la macchina pubblica regionale per trovare la strada di un aiuto che non può mancare dalla nostra terra.
Nonostante le imperdonabili responsabilità  del ceto politico campano, il presidente della Sardegna Soru, ha voluto contrastare il becero estremismo di alcuni “leghisti” locali accettando le navi che portano rifiuti napoletani. Bravo, presidente.

Share This

Condividi

Condividi questo articolo con i tuoi amici.