Federalismo, federalismo o morte grida la Lega. Incasseremo il federalismo municipale entro marzo, assicura Bossi. Personalmente sono abbastanza convinto dell’esigenza di procedere alla responsabilizzazione degli amministratori locali valorizzando al massimo l’autonomia comunale e regionale anche attraverso un processo federalista.
Attuare il federalismo non è cosa facile. Non essendo ancora chiarito quali siano i costi standard dei servizi o come far funzionare il fondo di solidarietà  che compensi i diversi livelli di sviluppo del Paese non è chiaro quello che si vuol realizzare. Sarebbe saggia una riflessione che parli al cervello della gente evitando di sollecitare gli egoismi personali o territoriali. Solitamente gli stati federali nascono attraverso l’aggregazione di autonomie locali dal basso verso l’alto. In Italia si procede al contrario e potrebbe anche funzionare se si ha ben chiaro quale è il valore da cui partire per realizzare uno stato federale. Non si va da nessuna parte se si tratta soltanto di mantenere nel territorio le risorse da esso create a prescindere da qualsiasi orizzonte solidaristico e d’interesse nazionale. Anche a livello delle singole regioni una politica è efficace soltanto se opera per elevare lo sviluppo delle zone più disagiate del territorio. Ad esempio, in quarant’anni di regione molto si è fatto in Umbria per far crescere la Valnerina o l’area del Trasimeno o dell’orvietano perchè considerate aree di disagio economico-sociale.
I più vecchi ricorderanno la povertà  delle zone di montagna o quella di certe aree lacustri o di comuni esclusi dallo sviluppo degli anni 50 e 60. L’Umbria è stata per decenni una delle zone che la Comunità  Europea inseriva nei progetti di sostegno allo sviluppo. L’utilizzo intelligente delle risorse della Comunità  ha consentito di ridurre le differenze e, oggi, si può dire che i problemi dello sviluppo dell’Umbria rientrano tutti nella crisi generale dell’Italia. Ciò riproduce anche uno sviluppo a macchia di leopardo. Emergenze serie, pesanti che però non devono mettere un territorio contro un altro.
Cosa serve per rendere il processo federalista credibile? Cosa è necessario salvaguardare per garantire un processo virtuoso?
Il valore da preservare e implementare è senza dubbio l’autonomia politica delle comunità . Se un sindaco o un presidente di regione deve rispondere alle volontà  di un leader nazionale o le risorse dell’ente vengono tutte decise a Roma, l’autonomia semplicemente non esiste. In questo quadro, colpisce che la Lega non abbia detto nulla rispetto all’ordine berlusconiano di cacciare da tutte le giunte di centrodestra la componente politica UDC. Può un leader nazionale imporre a tutte le amministrazioni locali una scelta così radicale? No, non può. Forse Bossi ha considerato anche questo ordine imperiale come una delle tante boutade di Berlusconi e certo nessuno pensa di procedere a cacciare dalle giunte gli uomini e le donne di Casini. Si capisce il silenzio di Bossi, è stata una settimana infernale per tutti e molti cominciano a chiedersi per quanto tempo le istituzioni democratiche potranno reggere all’assalto di vari personaggi.
Soltanto qualche episodio della settimana che si chiude.
Mercoledì il capo del governo dichiara che in Italia è in atto un golpe morale contro di Lui. Autori alcuni magistrati che, ormai, sono un’avanguardia rivoluzionaria eversiva. Comunica in televisione che Lui farà  causa allo Stato per i danni morali provocati dalle indagini. Giovedì il prestigioso Ministro degli Esteri, Frattini, annuncia il ricorso del governo alla Corte Europea dei Diritti Umani per violazione della privacy del Capo.
Il nostro Ministro è persona esperta e apprezzata nelle cancellerie per la sua capacità  di analisi. Soltanto due giorni or sono aveva dichiarato: “Mubarak rimarrà  in carica sino alla scadenza del suo mandato e non oltre, non mi pare che ci
siano più dubbi al proposito”. Se Frattini ha deciso il ricorso alla Corte, uno così avveduto, è certo che le sue ragioni saranno accolte.
Il governo aveva deciso che il 17 marzo sarebbe stato festa nazionale per celebrare i 150 anni dell’unità  dell’Italia. Niente di più che il dovuto, direte voi. Invece è successo il finimondo. Ministri un contro l’altro armati che vogliono che la festa ci sia ma che si vada a lavorare, altri che vogliono chiudere uffici e fabbriche. Le scuole dovranno essere aperte? L’ottima ministra Gelmini dice di sì, i presidi dicono di no. Le Regioni si spaccano tra quelle che manderanno i bambini a scuola e quelle che le scuole le chiuderanno. Il presidente della provincia di Bolzano dichiara che per lui non è una festa, si sente austroungarico. Le forze sociali si dividono. Confindustria, Cisl e Uil sono per fabbriche aperte il 17 marzo, la Cgil vuole festeggiare la ricorrenza. Il ministro Calderoli dichiara che la festa è anticostituzionale perchè priva di finanziamenti. Fabrizio Cicchitto (Pdl) va al sodo:”Il 17 marzo non si lavora e si
sostituisce al 2 giugno, festa della Repubblica”.
Povera Italia. Sembra una maionese impazzita.
Noi siamo un Paese molto amato e seguito all’estero. Lo siamo per la nostra creatività , per la nostra capacità  di lavoro e anche per la nostra attitudine a scherzare sui nostri difetti. La commedia all’italiana è stata per anni un format imitato in tutto il mondo. In tempi più recenti però il mondo ci guarda con qualche preoccupazione. Una rapida ricerca mi ha fatto scoprire che nell’ultima settimana si sono occupati delle vicende berlusconiane del Bel Paese molti giornali e mezzi di comunicazione. The Economist, The Times, Il Wall Street Journal, The Independent, The Telegraph, The Financial Times, El Pais, Le Figaro, France Soir, CNN, Boston Globe, ABC, Al Jazeera, l’agenzia cinese Xinhua oltre a tutti i giornali brasiliani e dell’America Latina. Se la pubblicità  è l’anima del commercio, non c’è dubbio che andiamo alla grande. O forse ha ragione Berlusconi nel denunciare la congiura mediatica organizzata da Repubblica e Il Manifesto. Scalfari e Norma Rangeri sono i capi di questa Spectra dell’informazione che ha diramazioni in tutto il mondo e lavora per screditare il Capo del populismo all’italiana.

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