E’ nello stile dell’uomo. Lui ci prova sempre. Poi, forte della certezza che pochi leggono i giornali e che comunque le televisioni sono in genere quasi tutte al Suo servizio,  smentisce e nega anche l’evidenza. Così venerdì siamo stati rassicurati che Berlusconi ha un grande feeling con il Presidente Napolitano e che la Carta Costituzionale è adorabile. In realtà  le cose stanno diversamente e forse questa volta Berlusconi ha esagerato.
Il Capo ha tastato il polso al Paese prefigurando un percorso d’assalto al sistema istituzionale previsto in una repubblica parlamentare come è quella Italiana. Una strada che doveva terminare con la costruzione di una repubblica presidenziale non modello Usa, ma modello sudamerica anni ’50. Le reazioni sono state aspre e hanno visto in campo le forze più diverse in difesa del garante della Carta e del modello di democrazia incentrato sulla divisione dei poteri. Il PD ha addirittura indetto una manifestazione di piazza e moltissimi appelli in difesa di Napolitano hanno avuto migliaia di adesioni.
Per molti è apparsa intollerabile la canea della destra attorno alla tragedia di una ragazza e ignobile la strumentalizzazione di Berlusconi al fine di dare un colpo al diritto dovere di Napolitano di garante e custode della legge fondamentale dello Stato.
Il caso Englaro ha messo in luce due caratteristiche dell’Italia di oggi: la perdurante influenza della Chiesa cattolica e l’insofferenza del primo ministro Silvio Berlusconi per lo Stato di diritto. E’ quanto sostiene con ragione “The Economist” del 12 febbraio.
In Italia molte generazioni, anche la mia, hanno avuto un’educazione particolare. Negli anni ’50 e ’60 molti giovani si sono formati come cittadini nelle parrocchie e nelle sezioni di partito. A me successe di avere come maestri di vita i sacerdoti dell’oratorio dei Salesiani di Porta Sant’Angelo a Perugia e gli artigiani e operai della sezione del PCI del Rione.
Nè i preti, nè i compagni più anziani, consideravano incompatibile la doppia scuola di vita. Per me questa educazione al rispetto delle idee ha sempre significato che la tolleranza per ciò che altri pensano è un valore a sè da salvaguardare anche nei momenti più difficili. Non sempre ci si riesce ma, “Il Trattato sulla tolleranza” di Voltaire rimane uno dei testi da consigliare al ceto politico in campo. La scorsa settimana si è tentato di usare il corpo di una ragazza morente per fare strame del diritto e della libertà  di coscienza. Ascoltare il grido “assassini” rivolto ai senatori del PD dal senatore Quagliarello o leggere in un giornale cattolico che il padre è stato un boia, ha provocato disagio e rabbia.
Disagio perchè l’ex radicale Quagliarello non può non sapere che soltanto lo Stato Etico può imporre una morale di Stato in dispregio della libertà  di ciascuno riconosciuta dalla Costituzione. Rabbia perchè un cattolico non può dimenticare mai la pietas quando si tratta di una tragedia come quella vissuta dalla famiglia Englaro. Non è che certe gerarchie del Vaticano hanno in progetto, per il nostro futuro, un ritorno al Medio Evo?
Colpisce molto che i più feroci antagonisti del centrosinistra siano tutti ex socialisti (Sacconi, Cicchitto, Brunetta, ecc.ecc.) o ex radicali alla Roccella, Quagliarello e Capezzone. Per non parlare degli ex comunisti alla Bondi o Adornato. Insomma, una parte consistente del Popolo delle Libertà  è personale politico riciclato dalla sinistra. Cambiare squadra rientra nella libertà  di coscienza e tutti tengono famiglia. Bisogna chiedersi perchè nell’Italia della seconda repubblica tanti hanno scelto il berlusconismo come visione della vita pubblica e privata. Certamente il rinnovamento mancato della sinistra ha dato il suo contributo al disastro. Un contributo che permane anche oggi a tanti anni dalla scomparsa del PCI. Chi aveva riposto grandi speranze nel Partito Democratico deve rassegnarsi. L’idea di mettere insieme i riformisti di ogni latitudine ideale non ha funzionato. Si è svolta a Roma una grande manifestazione sindacale. Per la seconda volta il Partito Democratico non ha aderito. Lo hanno fatto come singoli parlamentari molti democratici, ma il partito no. Non poteva farlo perchè non c’è accordo con alcuni dirigenti ex Cisl. L’inossidabile onorevole Rutelli, ex radicale, ha votato la mozione della destra tesa ad imporre a tutti l’alimentazione forzata. Rutelli ha votato assieme a quella destra che ha urlato in Senato per il delitto compiuto dai magistrati della Corte di Cassazione, da Napolitano e dalla famiglia Englaro. Indignarsi è giusto. Che partito è un partito che non è in grado di avere una posizione unitaria su nulla? Sui temi del lavoro, sulla laicità  dello Stato, sulla collocazione internazionale, sulla scuola e si potrebbe continuare. Non c’è stata mai una posizione univoca di questo partito in temi cruciali. Non si tratta di non accogliere la sensibilità  del mondo cattolico ma di impedire che i fondamentalisti, veri e propri talebani nostrani, alla Binetti o alla Rutelli sfregino l’immagine di un partito che si definisce riformista e laico.
Siamo adesso tranquilli. Berlusconi ha dichiarato la propria preoccupazione per la crisi del Paese. Fino a ieri non ha avuto tempo di preoccuparsi. Aveva altre urgenze. Oltre quella di salvare una vita in pericolo, doveva svolgere anche la campagna elettorale per le elezioni in Sardegna. Sono mesi che tutti i week end gira per l’isola rinunciando anche alla partita del Suo Milan. La campagna elettorale è finita. Adesso potrà  veder il derby e preoccuparsi per l’economia disastrata. E’ vero che fino ad oggi l’azione del governo questa preoccupazione non sembra dimostrarla. Calma però. Adesso che il Capo è angustiato qualche intervento si avrà . Basta avere pazienza e fiducia nelle virtù miracoliste del Capo e nell’intelligenza dell’Onorevole Gasparri.

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