Regime: ordinamento politico, forma o sistema statuale o di governo (vocabolario Treccani).

Senza aggettivi la parola regime non ha alcun valore negativo o positivo. Il vescovo di Perugia ha specificato di aver ripreso il termine nel senso dato dal Professor Galli della Loggia in un libro di alcuni anni or sono. Colpisce che il gentile Vescovo faccia proprie le analisi di una persona tanto colta, ma tanto di parte come Galli della Loggia. Al di là  di ciò, il problema è se queste analisi corrispondono alla realtà  della storia dell’Umbria. Una prima osservazione riguarda la periodizzazione. Si dà  per acquisito che per sessanta anni l’Umbria sia stata guidata da un regime politico della sinistra. E’ errato. La sinistra (comunisti e socialisti) ha guidato gran parte delle amministrazioni comunali dal 1946 al 1964. In quell’anno i governi locali passarono all’alleanza tra democristiani e socialisti. Soltanto la Provincia di Perugia rimase in mano ai comunisti assieme a pochi altri comuni. In quel tempo il potere reale dei governi locali era ben misera cosa. Risorse poche, i sindaci dovevano inventarsi competenze e cercare di aggregare le forze produttive regionali attraverso progetti e idee di sviluppo. Un centralismo soffocante impediva qualsiasi possibilità  di decisione all’autogoverno locale. Nella mia infanzia politica ricordo che uno degli slogan elettorali era: “Mettiamo fine al regime democristiano”.

E sì, anche noi comunisti definivamo regime quel sistema degli ininterrotti governi nazionali che escludevano a priori il secondo partito nazionale: Il PCI. Anche la nostra era propaganda, ma potevamo argomentare con il fatto incontrovertibile che quei governi riservavano un trattamento non positivo ad una regione sottosviluppata come era l’Umbria. Nei primi anni sessanta, per due volte, furono discusse in Parlamento mozioni che riguardavano l’arretratezza della nostra terra: una delle regioni a più alto tasso d’emigrazione d’Italia. L’esperienza dei governi locali DC-PSI-PRI-PSDI, terminò in Umbria nel 1970 con la ritrovata all’alleanza PCI-PSI. Soltanto alcune zone rimasero, come si diceva allora, “bianche”, ciò dirette da democristiani. L’alleanza ha retto fino agli inizi degli anni novanta e poi come è noto al potere oggi stanno la sinistra e la Margherita. Significativi comuni (Terni, Assisi, Nocera Umbra, Passignano, Norcia e altri) negli anni hanno visto amministrazioni di centro destra al potere. Non posso esprimere giudizi sul grado di soddisfazione dei cattolici in quelle aree non governate dal centrosinistra, certo che non si è trattato di esperienze amministrative che hanno lasciato il segno. Ma come si vede è fuorviante ed è falso parlare di un potere di sessanta anni della sinistra. E poi il potere non risiede soltanto negli organi elettivi. C’è una grande fetta di potere che è gestito da altri organismi. Strutture che non necessitano del consenso popolare, ma che hanno un’incidenza fondamentale nella vita della cittadinanza.

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