Tra meno di un anno saremo chiamati a scegliere con un voto da chi farci governare. Al momento non è certo se l’ignobile legge elettorale vigente sarà  cambiata e quindi quali alleanze si formeranno rimane misterioso. Le recenti elezioni amministrative hanno modificato nel profondo il quadro politico e soltanto gli sciocchi possono pensare che l’esplosione dell’astensione e del Movimento cinque stelle rientrano nella categoria del provvisorio. Una parte considerevole di elettori considera il voto un rito inutile; un’altra parte sente che una diversa politica è possibile senza e contro i partiti attuali. Prenderne atto sarebbe utile. Il centrodestra berlusconiano si arrovella in una crisi che rischia di non avere fine. Lega in ibernazione, berlusconiani frantumati nelle diverse fazioni che non stanno più insieme nemmeno con la colla a presa rapida. Ogni giorno Alfano o l’ex Capo del governo, s’inventano una proposta di portata storica. L’ultima, quella dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica ha il pregio del ridicolo. Giornali che sembrano partiti (La repubblica), indicono meeting per costruire piattaforme, programmi e liste civiche nazionali.Il pluri presidente Montezemolo non farà  prigionieri e non vuol niente a che fare con i transfughi pidiellini, vuol correre da solo come la Ferrari. Casini e Fini dopo la batosta alle amministrative non sanno che fare. Rutelli scopre che la fiducia posta su Lusi era eccessiva, risulta così imbronciato e anche lui indignato. Il PD impegnato nella scelta della foto cui riferirsi per costruire le alleanze future non sa che fare da grande. Quella di Vasto con Bersani, Vendola e Di Pietro non piace a tutti i leader. Alcuni vorrebbero eliminare Di Pietro e aggregare i moderati. Il problema è che in Italia di moderati sembra che ce ne sono così tanti che anche La Russa se ne interessa. Poi come si definisce un moderato in un’aspra stagione politica come questa? La confusione è grande sotto il cielo, ma a dispetto di ciò che diceva Mao, la situazione non è eccellente. Non è eccellente perchè mentre la politica è incartata a inseguire il nulla, il Paese sta andando a rotoli proprio per responsabilità  della classe politica. Non è una particolarità  soltanto italiana. L’assoluta incapacità  delle classi dirigenti europee ad affrontare la crisi dell’Euro rafforza il senso di precarietà  in tutti i Paesi. C’è una sorta di cecità  nel non voler prendere atto che le politiche di austerità  stanno portando al disastro non solo la Grecia e la Spagna, ma l’intera comunità  europea che, a detta di ormai molti osservatori, rischia l’implosione. La Germania ottiene il finanziamento del suo debito a costo zero. Noi e la Spagna, il debito lo paghiamo oltre il 5%. La Grecia in concreto non ha più la possibilità  di ottenere credito dal mercato. Questo scarto è giustificato dalla forza economica della Germania o decide il tutto o gran parte la speculazione finanziaria? Non è ottusità  quella di Berlino di rifiutare qualsiasi azione di contrasto alla speculazione? La cancelliera tedesca non può pensare che per essere grande la Germania può fare a meno del resto dell’Europa e non può non sapere che, senza un diverso sviluppo, la comunità  cesserà  di esistere. La tenuta sociale del continente è a un punto di non ritorno. L’impoverimento delle famiglie non riguarda soltanto quelle greche o italiane, anche i Paesi virtuosi dell’Europa settentrionale hanno seri problemi. Ormai i dati della disoccupazione giovanile e femminile sono tali da richiedere una svolta radicale nelle scelte di politica economica di tutti i governi europei. Assolutamente inutili gli allarmi per l’emergere di spinte populiste che hanno portato, ad esempio, un partito nazista dentro il parlamento greco. La storia anche recente dovrebbe insegnare ai leader europei che la disperazione acceca le menti e provoca la ricerca di scorciatoie a dispetto della democrazia e delle libertà . Siamo tutti convinti che l’ultima berlusconata dello stampar moneta se l’Europa non lo fa sia una sciocchezza? Personalmente non lo credo. La funzione della banca centrale europea non può essere soltanto quella che vuole la Germania. La debolezza della Comunità  non è di ordine economico. La debolezza è tutta politica. Purtroppo le classi dirigenti che vollero l’Euro sono scomparse, sostituite da mediocri leader il cui unico scopo è stato quello di salvaguardare le loro carriere politiche. In questo aiutate da una burocrazia accecata dall’ideologia liberista. Nonostante i loro ripetuti fallimenti, i costosi burocrati di Bruxelles, imperterriti, continuano a imporre le loro ricette. L’Europa soltanto se unita può svolgere un ruolo decisivo nell’economia e nella cultura del mondo. Il rigore come panacea dei nostri problemi può produrre soltanto il rigor mortis di una comunità  che rimane ricchissima d’intelligenze e di creatività  nonostante le mediocri classi dirigenti espresse per troppi anni.
Corriere dell’Umbria 3 giugno 2012

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