Quando una persona prudente come il presidente Napolitano dice “basta” vuol significare che siamo veramente messi male. La vicenda della finanziaria per il 2007 è stata semplicemente allucinante. Al di là  del merito del provvedimento, è stato il metodo di approvazione inquietante. Il combinato disposto voto di fiducia e maxiemendamento svuota di ogni significato il ruolo del parlamento. Il fatto che il centrodestra abbia per cinque anni usato lo stesso metodo impiegato da Prodi non è motivo accettabile. Una prassi parlamentare che svuota il ruolo del parlamento rende ancor più fragile una democrazia che già  da anni non sta affatto bene. Le assemblee elettive ad ogni livello rischiano di morire di una brutta malattia: l’inutilità . E per la sinistra la fragilità  dei luoghi della democrazia organizzata è sempre stato micidiale.
La questione democratica è poco interessante per l’Unione. Eppure siamo convinti che senza affrontare il nodo del rapporto tra cittadino e politica il centrosinistra ha poche speranze di rinnovare il Paese. Galleggerà  tra un giudizio favorevole del FMI e un parere dissimile di qualche società  di certificazione.
Il berlusconismo continuerà  a segnare i comportamenti di tanti politici e di tante corporazioni e il degrado continuerà .
Un consiglio a Prodi e Fassino, invece di lacerare la coalizione controriformando il sistema pensionistico perchè non vi dilaniate per riformare la politica? Sarebbe meno costoso e molto apprezzato dai cittadini. Tra la gente il rifiuto di questo modo di essere della politica è bipartisan. In genere non siamo abituati a definizioni apocalittiche. In questo caso, siamo del parere che se le forze della democrazia italiana non riescono a porsi la questione di come invertire la tendenza al plebiscito personale e alla privatizzazione della politica, mettendo in crisi i privilegi e i comportamenti della casta politica, le cose si metteranno malissimo. Dodici anni di berlusconismo hanno stratificato nell’opinione pubblica di destra e di sinistra un giudizio terrificante ma meritato, sulla classe politica italiana: la più numerosa e costosa fra tutti i Paesi democratici. Non è un bel record. Il qualunquismo c’entra poco o meglio esso è stato enfatizzato dai comportamenti di tanti politici e loro clientes.
Chiudiamo l’anno con un centrosinistra nella confusione.
Fase due, cambio di marcia, accelerazione nell’azione del governo? Che fare? Non si trova l’accordo nemmeno nel definire il modo per recuperare il disastro d’immagine prodotta da mesi di improvvisazione del governo Prodi. Figuriamoci la discussione tra Fassino, Rutelli e Pecoraro Scanio quando si tratterà  di sciogliere i nodi del come dare efficacia al programma con cui l’Unione ha ottenuto i voti per battere Berlusconi.
Sembrava impossibile ma i nostri magnifici eroi sono riusciti in pochi mesi a ridare vigore ad un centrodestra che sembrava annichilito, prima dalla sconfitta alle elezioni politiche  di aprile e poi dalla catastrofe storica e irreversibile con la  bocciatura della controriforma costituzionale. La stragrande maggioranza del popolo ha votato per mantenere lo spirito e la lettera della costituzione del 1948. A dispetto dello scarso impegno dei leader unionisti nella campagna referendaria impegnati come erano ad assestare le postazioni di comando, delegarono a pochi la lotta elettorale e il popolo ha scelto l'”arcaica” Carta. Valutammo una sorta di miracolo l’ampiezza di quella vittoria.
La speranza non solo nostra, era quella di poter andare oltre la politica della destra e del berlusconismo partendo da questo rinnovato impegno del popolo nei valori della costituzione repubblicana. Si poteva finalmente rafforzare la capacità  del centrosinistra di rapportarsi alle sensibilità  dei cittadini ed ai problemi del Paese e rinnovare la democrazia italiana.
Come il solito ci siamo sbagliati. Il ceto politico per cui anche noi abbiamo votato, ha pensato bene di mettere in soffitta quello straordinario risultato e ha ricominciato a giocare nei salotti televisivi secondo il consueto schema dei vari porta a porta o ballarò. Lo scadente spettacolo è ripreso con rinnovato vigore.

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