Il mondo del calcio professionistico è una perfetta metafora del
Paese? Le similitudini sono molte.
Spese fuori controllo, bilanci falsi, sprechi e corruzione segnano
ormai da anni le stagioni del calcio giocato. Se il Parlamento
vota leggi personalizzate, la lega calcio applica le leggi in
modo diverso rispetto ai soggetti interessati. Anche nel calcio la
magistratura è chiamata ad un duro lavoro per garantire
trasparenza e legalità . Che dire dei conflitti d’interesse? Il
presidente della lega calcio è anche presidente dell’A.C.Milan e
ottimo collaboratore di Mediaset. Una quisquiglia al confronto del
conflitto del suo datore di lavoro ed è forse per questo che pochi
ormai si indignano. Se la campagna acquisti nel regno di Galliani
e soci è giunta quasi al termine, gli ingaggi nel mondo della
politica sono appena iniziati. Nel calcio lo strapotere è delle
grandi società  di Milano e Torino. Tutte e tre hanno rafforzato
gli organici per la prossima stagione. In politica è più forte
l’area di centrosinistra che, dato per vincente alle prossime
elezioni, può contare sull”˜acquisizioni di personaggi che hanno
cambiato idea rispetto al cavaliere di Milano e coerentemente
intendono mutare casacca. Se Gilardino può realizzare il suo sogno
giocando a Milano assieme a Pirlo e Sheva, Sgarbi e tanti altri
puntano al collegio sicuro per essere rieletti come parlamentari.
Dopo i disastri elettorali della casa della libertà , Berlusconi
non può garantire niente a nessuno. Meglio trattare con Mastella e
soci, si sono detti molti dirigenti di Forza Italia e non solo.
Non è ricco il berlusconismo di tanta fauna di matrice di sinistra
a volte extraparlamentare? E quanti ex-democristiani si trovano a
disagio con le brutte figure del governo Berlusconi? Meglio una
crisi di coscienza e ricambiare maglietta. Ci assicurano che ne
vedremo delle belle e chissà  quanti elettori dell’Ulivo si
schiferanno di questo traffico. Basterà  l’anti berlusconismo per
convincere un elettore della sinistra umbra a votare nel collegio
per De Michelis o Sgarbi? Gli esperti assicurano che avendo già 
votato per Adornato gli umbri digeriranno altri voltagabbana. Ciò
è possibile, ma è anche probabile che il rigetto di Berlusconi non
basti quando il candidato è troppo lontano dal comune sentire di
un democratico magari anche di sinistra. Astenersi non è più
peccato ci rassicura il cardinal Ruini.
D’altra parte la politica di oggi riguarda soltanto gli aspiranti
ai concorsi per i posti al sole. I comuni mortali ormai
considerano che la politica serva soltanto a perpetuare una classe
politica ossificata.
Non è certo che le compravendita in atto aiuti la politica a
trovare una qualche forma di dignità , ma per garantirsi la
poltrona molti pensano che si possa prescindere dall’etica e dai
valori. E’ come nel calcio. Lucarelli del Livorno e pochi altri
giocatori hanno resistito ad un aumento di ingaggio per l’amore di
casacca e di appartenenza ad una comunità .
Le rassomiglianze tra football e politica non finiscono qui. Ad
esempio tutti i grandi club utilizzano raramente in prima squadra
2
giocatori del proprio vivaio. Si preferisce l’acquisto del bomber
o dell’uomo di fascia di un’altra nazionalità .
Noi umbri siamo diventati un poco provinciali. Spesso ci facciamo
abbacinare da soluzioni di una qualche società  esterna i cui
venditori, usando male qualche termine inglese, convincono i nostri
amministratori a scelte che poi si risolvono in una bufala
micidiale. In regime di sana concorrenza nessuno può pensare a
protezioni alle imprese locali. Anzi le coperture in atto
dovrebbero essere rimosse a vantaggio della trasparenza. Forse
perchè la realtà  ci sfugge o perchè siamo conservatori che il
nuovo ci affascina quando è lontano, ma non si riconosce quando è
sotto i nostri occhi.
Esemplare da questo punto di vista il mondo dell’informatica e
della comunicazione che esiste in Umbria, ma sembra poco
conosciuto dai decisori pubblici.
Il segretario di Rifondazione, Stefano Vinti, ha posto l’esigenza
della creazione di una rete di imprese di software in Umbria.
Propone Vinti un centro umbro di ricerca che coinvolga anche
l’Università  per la produzione di software. Metodologicamente
bisognerebbe che la pubblica amministrazione approfondisse la
conoscenza delle imprese che operano nel settore per poi elaborare
politiche che favoriscono un processo di aggregazione delle
imprese che già  realizzano innovazione nel settore
dell’informatica e della comunicazione. Di Centri e Agenzie che
non funzionano l’Umbria ne è piena. La strada deve essere diversa.
Partendo da una questione. Esiste un mercato interno capace di far
crescere imprese? E’ evidente a tutti che al momento la domanda di
informatizzazione è debole. Debolissima nel settore privato, male
organizzata in quello pubblico. Come far aumentare la domanda? Con
quali risorse? La domanda cresce se la pubblica amministrazione
che produce una fetta consistente del prodotto interno lordo,
investe in informatizzazione e in comunicazione. Diventando più
efficiente e trasparente anche grazie all’uso delle tecnologie
informatiche. Dove si trovano le risorse? Spendendo meglio quelle
che già  si spendono che non sono piccola cosa. Ecco un tavolo di
discussione all’interno del Patto per lo sviluppo. I giovani
protagonisti delle aziende già  presenti in Umbria potrebbero dare
un contributo essenziale per la comprensione del problema. Buon
lavoro.
Arriva agosto ma quest’anno c’è poco da augurarsi buone ferie.
Troppe tragedie e incertezze.
Per fortuna i fans umbri di Elton John potranno avere ancora la
soddisfazione di ascoltare dal vivo il baronetto. Dovranno andare
a Roma ai Fori Imperiali il 3 settembre. Il viaggio non è lungo e
il concerto è gratuito. Con quanto è costato quello di Perugia non
è male, no?
Corriere dell’Umbria 31 luglio 2005

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