Altrove sarebbe una non notizia. I pochi giornali stranieri che ne hanno parlato, hanno con stupore definito come non notizia il fatto che un capo di governo partecipi alla festa di liberazione del proprio Paese. E’ da sempre scontato in Francia che il presidente guidi le manifestazioni del 14 Luglio, festa per la presa della Bastiglia che sigillò la Rivoluzione Francese, la vittoria del popolo, la sconfitta dell’aristocrazia. Il fatto che per la prima volta Berlusconi intende partecipare ad un’iniziativa per la festa della Liberazione è una notizia? A mio giudizio è stato un modo per permettere al Capo di stare ancora nelle prime pagine dei giornali. Dopo il presidente imprenditore, il presidente operaio, il presidente direttore sportivo, il presidente capo cantiere, avremo il presidente partigiano? Dall’Uomo di Arcore ci si può aspettare di tutto. La Sua creatività  è infinita quanto la pochezza dell’opposizione.
E’ stata una settimana di aspro dibattito relativamente al significato da dare al 25 aprile del 1945. Una parte della destra ha tentato di dimostrare l’insignificanza della lotta partigiana di liberazione dal nazi-fascismo e, con il consueto ministro La Russa, si è cercato di distinguere tra i resistenti buoni e quelli cattivi. Naturalmente questi ultimi erano i comunisti. Purtroppo per l’eroico ministro i conti non sono tornati e ha dovuto cambiare i toni. Basta aver letto qualche libro di storia per capire due cose. La lotta contro il nazismo c’è stata in tutti i Paesi occupati dalle truppe tedesche, ma l’ampiezza della lotta partigiana che si è avuta in Italia è stata tra le più rilevanti.
Soltanto nell’Unione Sovietica e nella Jugoslavia vi è stato qualcosa di simile. Tra le “bande” partigiane, quelle Garibaldine (guidate da comunisti) furono di grande rilevanza nel biennio ’43-’45 e utilissime nel supportare l’azione degli eserciti alleati. Basterebbe, a conferma, guardare al colore politico dei caduti in quella tragica stagione per smetterla di dire fesserie.
Il presidente Napolitano ha colto l’occasione per tracciare con fermezza la linea che unisce la lotta partigiana alla Costituzione repubblicana e respinto ogni tentativo di revisionismo storico.
Che Franceschini abbia fatto un autogol sfidando Berlusconi a partecipare alle manifestazioni del 25 aprile? Questione aperta che però non sembra di grande rilevanza. Si accettano scommesse sul fatto che Berlusconi saprà  trarre vantaggio anche dal fatto che ha cambiato idea sulla Festa della Liberazione.
In un mondo in cui tutto fa spettacolo, anche le tragedie, Berlusconi domina incontrastato supportato come è da gran parte dei mezzi di comunicazione. Così la trovata di spostare dalla Sardegna all’Abruzzo terremotato il G8 di luglio è stata accolta da quasi tutti come un’idea geniale. Personalmente ritengo che questa sorta di turismo dei potenti della terra serva a poco. Arrivano, discutono, fanno foto di gruppo e in genere ripartono senza aver risolto un gran che dei problemi del mondo. Ma posso sbagliare valutazione. Capisco poco l’utilità  di portare Obama a visitare i terremotati che mi sembra abbiano altre esigenze, ma sarà  certo l’occasione per confermare a Berlusconi che l’importante è apparire come un incontrastato leader, ormai mondiale.
E c’è poco da scherzare, nel senso comune di tanti già  è così.
La berlusconizzazione dell’Italia ha fatto passi avanti giganteschi, l’egemonia della destra non è mai stata così netta mentre le forze di contrasto sono sempre più fragili e divise. E ogni occasione è una prova ulteriore della fragilità  del pensiero politico che domina nel centrosinistra.
Analizzando ciò che succede in Umbria si ha la conferma della gracilità  culturale del ceto politico. Il consiglio regionale ha votato, in prima lettura, le modifiche allo Statuto. I consiglieri saranno trenta, più il presidente e un massimo di otto assessori. Anche il PRC ha votato a favore nonostante le minacce ripetute nei mesi, volte a mantenere trentasei consiglieri. Cambiare parere non è grave. Bene, con un’assemblea regionale priva di qualsiasi autonomia avere sei consiglieri in meno significherà  soltanto avere meno interpellanze e meno dichiarazioni, nessuno se ne accorgerà . Il centrodestra ha votato la riduzione del numero dei consiglieri, ma non ha votato l’intero disegno di legge. Perchè? Il motivo è semplice, il centrodestra voleva rassicurazioni sulla legge elettorale che si dovrà  votare nelle prossime settimane. A questo scopo è stata presentata una mozione in cui erano fissati i principi della legge. La mozione è stata respinta nonostante che i punti fissati non sembravano scandalosi. Incuriosito, ho domandato a qualche addetto ai lavori il perchè della bocciatura della mozione. Mi è stato spiegato che il centrosinistra sta lavorando per una legge elettorale che prevede un premio di maggioranza del 65% per la coalizione vincente. Non male come premio. Come ciliegina sulla torta nel progetto di legge sarebbe previsto un meccanismo che trasforma il voto assegnato ai partiti in preferenze ai capilista dei partiti stessi. Una specie di golden parachute per i Capi. Oibò. Avevo inteso che l’ignominia dei consiglieri eletti con il meccanismo del listino fosse finita. Invece si inventa un’altra procedura per cui alcuni divengono consiglieri regionali senza ricevere un solo voto di preferenza. Siamo certi che è legittimo procedere in questo modo? L’ente regione è certo autonomo, ma al di là  della costituzionalità  di certi meccanismi elettorali, scelte come queste indignano e stimolano alla fuga dall’impegno democratico del voto.
L’autoconservazione di questi dirigenti a vita sembra non avere limiti ma, come la bulimia dell’apparire del Cavaliere di Arcore, rischia di allontanare sempre più il popolo dal mondo della politica. Un mondo a parte sempre meno sensibile alle esigenze di una società  che ha bisogno di rigore, di buon governo e non di caste inossidabili come l’acciaio di Terni.

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