Lentamente, ma con determinazione di opinion maker di ogni stile e colore ci stiamo abituando al “Re d’Italia”. Nell’ultimo anno Napolitano, presidente della repubblica, ha un comportamento e prende decisioni che poco corrispondono al suo ruolo di arbitro e da garante dell’equilibrio dei poteri fissati nella carta costituzionale. L’Italia è una repubblica parlamentare. Ciò significa che il potere primario appartiene alle assemblee elettive su mandato del popolo. E’ vero che il parlamentari sono “nominati” e non eletti, ma ciò dipende da una legge elettorale voluta dalla destra berlusconiana e leghista che dovrebbe essere la prima legge da modificare, ma che nemmeno Napolitano sembra aver fretta di far abolire. Comunque rimane il fatto che quando il giorno prima dell’evento parlamentare Napolitano dichiara che il governo (e quindi Alfano) ha fatto bene nell’affaire dell’estradizione della moglie e della figlia di un dissidente, il presidente non fa l’arbitro ma il 12 dodicesimo giocatore della squadra e rende inutile il dibattito al Senato della Repubblica. Non va bene così. E’ un’opinione naturalmente espressa con il massimo rispetto-

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