Con uno sforzo di memoria potremmo avvertire come vi sia stata un’evoluzione rilevante nella decisione delle gerarchie vaticane di appoggiare il tentativo di Monti di tornare a Palazzo Chigi aggregando il centro di Casini, Fini, Montezemolo, e via, via unendo dei veri innovatori della politica. Siamo passati dalla scomunica dei comunisti e della sinistra decretata dal Sant’Uffizio nel giugno del 1948, all’endorsement a favore del cattolicissimo Monti. Una bella differenza. Bagnasco o Ruini non hanno certo scomunicato chi vota per il centrosinistra. Vi pare poco? Si sono semplicemente pentiti. Va sottolineto il salto di qualità  del Vaticano che passa dall’appoggio ventennale al berlusconismo al nuovo Unto del Signore, Mario Monti. Si potrebbe contestare che le gerarchie vaticane sembrano aver presente il Concordato esclusivamente quando si tratta di salvare i beni materiali della chiesa o per interferire nel processo di formazione delle leggi del Parlamento italiano. Ma non bisogna essere troppo laici, si cadrebbe nel laicismo e, comunque, l’idea di un libero Stato e libera Chiesa è cosa risorgimentale. D’altra parte Monti è una garanzia riconosciuta da molti e rifugge dalle volgarità . Il professore della Bocconi ha dalla sua le cancellerie di mezza Europa, le burocrazie di Bruxelles e il mondo della finanza ne riconoscono le qualità  tecniche. E’ uno di loro. Ricordare che la crisi recessiva nasca dall’ingordigia del mondo della finanza è cosa nota, non va dimenticato. Qualche perplessità  nasce ripercorrendo quest’anno di governo dei tecnici. Difficile seguire la destra che denuncia una congiura europea per sostituire il governo Bossi-Berlusconi-Tremonti con Mario Monti. Se c’è una certezza nella storia politica italiana è il fallimento del governo del centrodestra nato nel 2008. Nonostante una maggioranza bulgara alle Camere, Berlusconi ha portato l’Italia vicino al tracollo della finanza pubblica e alla recessione. Al riguardo dubbio non c’è. Il problema è invece come valutare l’azione dei tecnici. Di là  della qualità  non eccelsa di molti ministri e ministre, l’azione del governo non è stata tale da frenare la recessione. Il ruolo svolto in Europa, riacquisita l’affidabilità  perduta, non è stato tale da sollecitare un’inversione di tendenza nelle politiche liberiste di tutti i governi di centrodestra europei. L’Europa si è impoverita nel suo progetto di fondazione: una comunità  unita nell’economia, nella politica e nel sociale. Invece, appare sempre più come un contenitore gestito dalle burocrazie, e dalle esigenze della finanza anche speculativa: la politica sembra inesistente. Il parlamento europeo continua a non avere alcun ruolo nonostante sia frutto delle libere elezioni del popolo della comunità . Come può essere attraente un’Europa che riunisce i suoi vertici ogni quindici giorni senza mai concludere qualcosa di positivo per la grande emergenza europea che è la mancanza di lavoro per milioni di giovani e meno giovani? La politica dei due tempi scelta da Monti non ha prodotto nessun risultato concreto per ciò che riguarda il mondo dell’economia reale. Saranno anche bravi tecnici ma pensare di pagare il debito pubblico senza una ripresa dell’economia reale e soltanto tagliando la spesa pubblica per i servizi, può essere coerente con l’ideologia liberista ma non salverà  il Paese. Nelle sue esternazioni Monti ha definito Vendola e la CGIL come forze conservatrici. Come iscritto pluriennale del più grande sindacato italiano, mi ribello. La CGIL avrà  certo commesso errori ma ciò che la CGIL vuole conservare sono i diritti di civiltà  conquistati in decenni di lotte aspre che hanno consentito l’incivilimento di un Paese portato al disastro dalle classi dirigenti. Essendo un esperto di economia, il Professor Monti non può non sapere che quello che fu chiamato il “compromesso socialdemocratico” realizzato nel dopoguerra, ha costituito il volano per lo sviluppo economico e sociale di tutte le nazioni europee uscite distrutte dalla guerra nazifascista. E’ indubbio che fosse il periodo più lungo di sviluppo dell’occidente. Ha irritato molti la scelta di Monti di essere il leader di un agglomerato simil democrazia cristiana old time. Il gioco delle tre carte del professore non è piaciuto a Berlusconi che nel suo stile l’ha coperto d’insulti. Saggiamente, credo, Bersani ha cercato di mantenere ferma la sua piattaforma di accordo con Vendola accettando la sfida dell’aggregato centrista. Oggi in tutta Italia si svolgeranno le primarie per scegliere i futuri nominati al Parlamento del PD e di SEL. L’entusiasmo per il successo delle primarie di coalizione non credo che in questa circostanza si riprodurrà . Aiutato da qualche esperto, ho provato a capire le regole vincolanti per candidarsi. Mi è stato spiegato che più che le regole valgono le deroghe alle regole. Confuso, ho continuato a chiedere spiegazioni. Alla fine ho capito che sarebbe stato più facile studiare l’enigma dei numeri primi. Apertura delle liste alla società  civile? Per un comune mortale candidarsi significava raccogliere le firme di cinquecento iscritti al PD. Cinquecento in pochi giorni. Vincoli per consiglieri regionali, segretari regionali, sindaci, assessori? Sì, ci sono i vincoli ma ci sono anche le deroghe. E la deroga non si nega a nessuno. Lasciamo andare. L’unica cosa che sembrerebbe positiva è l’obbligo di votare per una donna e per un uomo, pena nullità  del voto. Bene. Speriamo che almeno in questo caso valgano le regole e non le deroghe.
Corriere dell’Umbria 30 dicembre 2012

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