Un vecchio industriale perugino mi ha offerto un aperitivo. Voleva sfogarsi per la situazione del Paese. Angosciato per le prospettive mi ha detto con tristezza: ” In ogni classifica internazionale l’Italia è sempre all’ultimo posto. E’ un’immagine inconcepibile per un Paese che è stato nei decenni passati in tanti campi leader indiscusso. Sono vecchio e non ho preoccupazioni personali. Ma i miei figli? I miei nipoti in quale società  vivranno? Berlusconi, non ha fatto nulla per affrontare la crisi ed è quello che è, ma dall’altra parte c’è il nulla, il vuoto assoluto. Meglio che rimanga il Cavaliere perchè è meglio del nulla”. Conoscendo le qualità  democratiche e il valore imprenditoriale dell’interlocutore, non potevo far finta di non capire. Balbettando qualche banale difesa del centrosinistra ho cercato di rincuorarlo, ma gli argomenti erano fragili, poco convincenti. Non me la sono cavata bene, ma qualche motivo a giustificazione della mia insufficienza credo di averlo. Il quadro politico del dopo agosto ha qualcosa di surreale. Il centrodestra è messo malissimo. Grazie alla legge elettorale truffaldina Berlusconi aveva una maggioranza parlamentare schiacciante. In due anni questa maggioranza si è spappolata per l’incapacità  del leader di affrontare altri problemi che non siano i suoi processi. Un Paese bloccato prima dalla discussione sulle intercettazioni, poi dal processo breve, poi dalla legge sul legittimo impedimento. Nel frattempo non c’è settore della società  che non è in apnea per la mancanza di provvedimenti governativi adeguati alla crisi. O meglio gli unici interventi sono stati quelli del blocco dei salari del pubblico impiego e dei tagli a scuola, trasporti, sanità  pubblica. Un tempo si sarebbe detto che il centrosinistra avrebbe una prateria per affermare una nuova idea dello sviluppo del Paese. Invece ogni pezzo del centro sinistra appare rinchiuso nel proprio orto o orticello. C’è qualcuno che può legittimamente sostenere che il gruppo dirigente del PD ha la stessa idea su una singola questione? Che la legge elettorale sia rivoltante è certo come è certo che nel PD non si è avuto ancora il tempo, in quattro anni, di presentare una proposta alternativa perchè i vari inossidabili dirigenti del partito a vocazione maggioritaria non si mettono d’accordo. Soltanto il presidente della regione Toscana ha il coraggio di fare autocritica impegnandosi a modificare la legge elettorale toscana superando liste bloccate, listini e abnormi premi di maggioranza. La Fiat vuole unilateralmente modificare la contrattazione? Nel PD i tifosi di Marchionne impongono il silenzio stampa. Soltanto balbettii che non convincono nè gli operai nè i fautori dell’affermarsi del modo di produzione asiatico anche in Italia.
Di fronte alle esternazioni estere di Berlusconi si usa lo stesso ritornello. Che brutta figura per l’Italia! Argomento serio ma insufficiente a far capire al popolo il rischio che sta correndo la democrazia italiana. Trovo scontato l’attacco di Berlusconi alla magistratura. Illegittimo ma coerente con la visione padronale del nostro. Ma è più allarmante la tenacia con cui il capo del governo, in ogni sede, prospetta un modello di democrazia che ricorda quello delle democrazie popolari simil Bulgaria o Romania dei tempi di Ceausescu. Non è casuale che Berlusconi abbia dichiarato che Putin sia “un dono di dio” per la Russia. Il modello di governo imposto dall’ex uomo del Kgb ai popoli russi è lo stesso che ha in testa l’uomo di Arcore. Parlamento senza alcun potere, magistratura sottoposta al potere politico, sistema informativo silenziato. Berlusconi è veramente convinto che tutto ciò vada bene anche in Italia. Ha iniziato imponendo un parlamento di nominati, proseguendo con gli attacchi al potere giudiziario e mettendo i vari Minzolini nei gangli del sistema della comunicazione. I fautori delle riforme bipartisan hanno consapevolezza di ciò che ha in testa la destra populista?
Forse è necessario che il partito di opposizione più importante faccia il suo dovere ad iniziare a darsi un’idea di Paese alternativa a quella della destra. Invece si ragiona soltanto in termini di sigle da aggregare o rifiutare nello schieramento alternativo al berlusconismo. Una parte del PD vorrebbe imporre una specie di diga a tutto ciò che appare di sinistra. Si continua con la solita banalità  per cui le elezioni si vincono al centro e si considerano ininfluenti i milioni di elettori che continuano a considerare la sinistra come un’opzione legittima e importante.
Domanda: c’è qualcuno nel PD che ha analizzato e studiato i flussi elettorali e la motivazione dell’esplodere delle astensioni? Ad ascoltarli, studiare non sembra più necessario nemmeno ai politici. Se lo facessero scoprirebbero cose interessanti. Ad esempio capirebbero che il giudizio terrificante sulla casta non riguarda soltanto gli uomini e le donne del centrodestra, ma coinvolge gran parte del ceto politico e amministrativo in campo. Il sono tutti uguali ha fatto strada nella testa della gente perchè le ottime persone che si occupano di politica, e ce ne sono molte, non riescono a svolgere il loro ruolo in un mondo in cui conta più l’appoggio del feudatario che le idee e il lavoro di cui si è portatori. Adeguarsi è troppo spesso la sola strada aperta per continuare nel lavoro politico-amministrativo. Sommessamente un consiglio agli addetti ai lavori. Le elezioni sono state spostate almeno alla prossima primavera. C’è il tempo per costruire una piattaforma politica alternativa al berlusconismo. Bisogna farlo in un rapporto stretto con il popolo, con le culture, le intelligenze e la creatività  di cui è ancora ricca la democrazia italiana. Nonostante le brutture di questi anni ci sono ancora uomini e donne che hanno la cultura, la passione e l’intelligenza per bloccare la decadenza del Paese. Berlusconi sostiene di essere stato eletto dalla maggioranza del popolo. Non è vero. La maggioranza del popolo non ha votato per il presidente del Milan e non saranno Ibra o Robinho a garantire la vittoria nella futura tenzone.

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