Il popolo degli ex

E’ nello stile dell’uomo. Lui ci prova sempre. Poi, forte della certezza che pochi leggono i giornali e che comunque le televisioni sono in genere quasi tutte al Suo servizio,  smentisce e nega anche l’evidenza. Così venerdì siamo stati rassicurati che Berlusconi ha un grande feeling con il Presidente Napolitano e che la Carta Costituzionale è adorabile. In realtà  le cose stanno diversamente e forse questa volta Berlusconi ha esagerato.
Il Capo ha tastato il polso al Paese prefigurando un percorso d’assalto al sistema istituzionale previsto in una repubblica parlamentare come è quella Italiana. Una strada che doveva terminare con la costruzione di una repubblica presidenziale non modello Usa, ma modello sudamerica anni ’50. Le reazioni sono state aspre e hanno visto in campo le forze più diverse in difesa del garante della Carta e del modello di democrazia incentrato sulla divisione dei poteri. Il PD ha addirittura indetto una manifestazione di piazza e moltissimi appelli in difesa di Napolitano hanno avuto migliaia di adesioni.
Per molti è apparsa intollerabile la canea della destra attorno alla tragedia di una ragazza e ignobile la strumentalizzazione di Berlusconi al fine di dare un colpo al diritto dovere di Napolitano di garante e custode della legge fondamentale dello Stato.
Il caso Englaro ha messo in luce due caratteristiche dell’Italia di oggi: la perdurante influenza della Chiesa cattolica e l’insofferenza del primo ministro Silvio Berlusconi per lo Stato di diritto. E’ quanto sostiene con ragione “The Economist” del 12 febbraio. (altro…)

Il caudillo

Soltanto nelle dittature vincere le elezioni significa ottenere il potere assoluto. Nelle democrazie diventare capo del governo autorizza, nel rispetto della Costituzione, ad amministrare secondo le leggi vigenti e a legiferare, attraverso il parlamento. Anche nelle repubbliche presidenziali, il presidente della repubblica o il capo del governo devono rendere conto ad altri poteri dei loro comportamenti. Una democrazia senza pesi e contrappesi non è una democrazia. Banalmente semplice. Succederebbe il finimondo in tutti i paesi democratici se un potere tentasse di prevaricarne un altro. Forte dell’esimio parere di Antonio Baldassarre, candidato dalla destra a sindaco di Terni, Berlusconi ha annunciato che Lui vuole governare attraverso i decreti legge. Se non potrà , ricorrerà  al popolo per cambiare la legge fondamentale della Repubblica. (altro…)

Egemonia per legge

Il partito repubblicano italiano raggiunse il suo miglior risultato elettorale nel 1983 sotto la guida di Spadolini.
Fino a quelle elezioni il PRI non aveva mai superato il 4% dei suffragi.
Eppure il partito, guidato dal dopoguerra da Ugo La Malfa, era sempre stato al governo del Paese in alleanza con la democrazia cristiana. Nessun commentatore politico serio di quei tempi considerava irrilevante il PRI perchè aveva percentuali elettorali da prefisso telefonico direbbe l’ottimo Quagliarella. La DC sapeva bene che le idee e le intelligenze interne ai repubblicani erano utili e preziose per esercitare l’egemonia necessaria per governare l’Italia. Quando l’egemonia viene imposta attraverso leggi elettorali costruite al fine di far scomparire idee e valori espressi da partiti frutto di una lunga storia e di tante antiche radici, la qualità  della democrazia peggiora e di molto. Stupisce  che il Partito Democratico non abbia appreso la durissima lezione dell’ultima tornata elettorale. La scelta dell’autosufficienza ha consentito a Berlusconi di enfatizzare il suo successo e molti senatori e deputati persi dalla sinistra non sono stati conquistati dal PD ma dal centrodestra. Il voto utile ha premiato Berlusconi e annientato la sinistra. Come risultato di una scelta non meditata non è stato male.   (altro…)