da Francesco Mandarini | Giu 28, 2008
Nell’Italia del dopoguerra venivano distribuiti le tessere annonarie e i libretti di povertà alle famiglie povere. Dopo venti anni di liberismo in economia e di berlusconismo in politica, il Ministro Tremonti ha annunciato che circa un milione e duecentomila indigenti avranno una “card” che consentirà loro di spendere 400 Euro l’anno per alleggerire la loro povertà .
Negli Stati Uniti sono, nei confronti dell’indigenza, più generosi: ventiseimilioni di americani poveri hanno i “Food Stamp” che ogni mese consentono loro di spendere 100 dollari (850 Euro l’anno) per comprare cibo. Ma anche 400 Euro l’anno sono graditi ed è meglio di niente si dirà . Infatti, grida di gioia si odono nel popolo della libertà . Dopo l’abolizione dell’ICI è un altro segnale che la destra è attenta e caritatevole nei confronti degli ultimi. La gaiezza tende a scemare quando si conoscono le linee guida della finanziaria per il 2009 rispetto alle risorse per i servizi al cittadino gestiti dalle autonomie locali. Se si analizzano le conseguenze che questi provvedimenti comporteranno per la vita materiale di tutti il rischio è che rimpiangeremo l’ICI sulla prima casa. L’ideologia del meno Stato e più mercato va benissimo per moltissime cose, molto meno per i servizi essenziali al cittadino. Ad esempio, quando la sanità si privatizza, in genere il costo aumenta e per gli alti standard sanitari privati occorrono molti quattrini.
I tagli agli enti locali e alle Regioni, la reintroduzione del ticket per le prestazioni sanitarie, significano un altro ridimensionamento ad welfare state che è già tra i più scadenti a livello europeo. Non paghiamo più l’ICI per la prima casa, ma trasporti pubblici, scuola, servizi per l’infanzia e per gli anziani dovranno essere ridimensionati assieme alla qualità della sanità pubblica.
Non ci saranno le risorse.
Durante la campagna elettorale, sia Berlusconi che Veltroni, avevano indicato una priorità assoluta. I due competitor sostenevano che il basso livello delle retribuzioni e delle pensioni è divenuto intollerabile ed è un grave danno per l’intera economia italiana. Bisogna aumentare il potere di acquisto, senza ripresa della domanda interna non si esce dalla crisi denunciavano i due leader. Quali politiche prevede il documento che Tremonti ha fatto approvare in nove minuti dal Consiglio dei Ministri rispetto ai salari e stipendi? Nulla. I redditi da lavoro e da pensione continueranno ad essere tassati almeno il doppio delle rendite finanziarie e il potere di acquisto della stragrande parte del popolo non migliorerà .
Molti hanno sostenuto che questo governo della destra sarà radicalmente diverso da quello che ha guidato l’Italia per cinque anni prima dei diciotto mesi del governo Prodi. La speranza che, risolti i suoi personali problemi, Berlusconi affrontasse con intelligenza la deriva del Paese era legittima. Fallita l’esperienza dell’Unione, con un consenso così ampio, la destra poteva e può operare quella modernizzazione dell’Italia ormai irrinviabile. Molte le aperture di credito verso un Berlusconi alfiere del dialogo con l’opposizione e delle buone maniere. (altro…)
da Francesco Mandarini | Giu 16, 2008
La fusione a freddo non è riuscita. Il gruppo dirigente del Partito Democratico rimane diviso tra ex DS ed ex Margherita, di forze nuove nemmeno l’ombra. La sconfitta elettorale ha accelerato un processo che può avere sbocchi drammatici. Se Veltroni definisce catastrofica ogni ipotesi di scissione significa che vi sono forze interne al PD che non escludono questa eventualità , altrimenti non si capisce l’allarme del segretario.
L’autorevole settimanale “Famiglia Cristiana” denuncia il disagio dei cattolici che hanno scelto l’adesione al Partito Democratico. Veltroni subirebbe troppo il fascino dei radicali. Mi sembra eccessivo. E comunque un partito che si prospetta privo di ideologie, dovrebbe esprimere una cultura unificante che trae origine soltanto dal programma e dai valori che questo contiene. Nella mia prima adesione ad un partito, il PCI, mi chiesero di aderire ad uno statuto che richiedeva all’iscritto soltanto l’adesione al programma. Non dovetti dichiarare nè le mie convinzioni religiose nè altro. Vincolanti i comportamenti eticamente corretti. Per molti anni ho lavorato con altri militanti molti dei quali di cultura e sensibilità religiosa, senza mai dover privilegiare questo o quello in rapporto alla sua convinzione religiosa.
Le chiamano culture e sensibilità , ma in realtà gli ex DS rimangono ex DS e gli ex margheritini ex margheritini. Due partiti, che continuano a vivere dentro il PD. Ciò ha conseguenze serissime nella vita del nuovo partito. Ad esempio la scelta fatta di riproporre Rutelli a sindaco ha origine nel fatto che candidando Zingaretti, ex DS, alla provincia di Roma, spettava ad un ex Margherita essere il candidato a sindaco di Roma. Per fare un favore ai romani si è riproposto Rutelli margheritino doc in nome delle appartenenze originali . I risultati si conoscono.
Mi hanno raccontato di organigrammi in itinere per le prossime amministrative. Quali i dilemmi? Questi: se il sindaco di Perugia sarà ancora un rappresentante del PD di provenienza diesse, il candidato a presidente della provincia dovrà essere di provenienza Margherita o potrà essere anch’esso un ex DS? Se il sindaco di Foligno sarà un PD di matrice Margherita, il sindaco di Terni dovrà rimanere un ex DS? E come la mettiamo con la presidenza della regione? Ancora un ex DS di matrice dalemiana o si preferirà un veltroniano o addirittura un ex Margherita? E se quegli “estremisti” della sinistra pretendessero un sindaco come la mettiamo? Sacrifichiamo un ex Margherita o un ex diesse o corriamo da soli? Si formano alleanze, si rompono antiche amicizie, si resta a disposizione per altri incarichi. Nonostante decenni e decenni di collocazioni varie nella macchina pubblica, l’obbiettivo di uno stagionato ceto politico di centrosinistra rimane l’incarico. La ricandidatura per qualche altro ente permane il sogno di una generazione divisa al proprio interno, ma che è riuscita nell’impresa di fare il vuoto sopra e sotto. I vecchi emarginati, i giovani praticamente inesistenti in politica attiva.
Come è facilmente intuibile è un gioco che appassiona soltanto gli interessati e che non serve a migliorare il pessimo rapporto tra la politica e i cittadini che anche in Umbria sta montando alla grande.
Le dimissioni di Prodi da presidente del PD provocano una fibrillazione che si accentua di fronte al rifiuto di Marini di essere eletto al posto di Prodi. Personalmente ritengo che Prodi abbia fatto una cosa giusta: di fronte alla sconfitta della sua coalizione di governo è stato giusto che lasciasse il posto a qualcun altro. Capisco il disagio. Non tutti gli sconfitti hanno seguito l’esempio del professore. Anzi, stanno tutti al loro posto e dimentichi del disastro prodotto continuano il loro gioco dell’oca. (altro…)
da Francesco Mandarini | Giu 11, 2008
Barack Obama sarà il candidato per il partito democratico alle elezioni presidenziali americane del prossimo novembre. Per fortuna le notizie dal mondo non sono soltanto disastri economici, guerre e tragedie ambientali. La nomination di Obama, ottenuta dopo un percorso che ha visto milioni e milioni di democratici impegnati per scegliere chi contrapporre al repubblicano McCain, è stata salutata con entusiasmo in tutte le parti del mondo.
Può stupire che in un momento in cui il diverso, di colore, di religione, di razza è oggetto di discriminazioni, di leggi speciali che incidono nella libertà di ciascuno, il Paese leader del mondo, gli Stati Uniti, esprimano un candidato nero per la presidenza e non il consueto wasp.
E’ una novità storica che dimostra la capacità della democrazia americana di rispondere con coraggio al degrado economico e sociale. Personalmente ritengo che la gravità della crisi economica e di egemonia dell’America sia tale da sollecitare una svolta radicale nella politica di quel grande Paese. Dopo sette anni di Bush non c’è settore della società americana che non sia in arretramento. Soltanto le grandi corporation del petrolio e degli armamenti vanno alla grande. La recessione non è più uno spettro, ma la dura realtà quotidiana di quel Paese. In Arkansas e in altri Stati, l’aspettativa di vita si è ridotta di quattro anni, la povertà è tale che paiono zone dell’Africa nera!! Non è un castigo divino, ma il risultato delle scelte dell’Amministrazione di G.W.Bush e delle sue guerre. La finanziarizzazione dell’economia ha fatto il resto.
Le spese militari sono più alte di quelle per la scuola e per la sanità . I ricchi sono stati detassati e la povertà riguarda ormai non solo i blue collar, ma anche ceti medi che fino a pochi anni or sono avevano standard di vita di buona qualità . Una realtà in grave difficoltà che ha stimolato il Partito Democratico a scommettere su un nuovo tipo di leader politico come Barack Obama. (altro…)
da Francesco Mandarini | Giu 7, 2008
Grande la letizia tra il popolo per la gioia che prova il Pontefice per il nuovo clima politico del Paese. Apprezzata la nuova stagione di dialogo tra le forze politiche che siedono in Parlamento, il Papa ha precisato le priorità della Nazione e, last but not least, rivendicato ulteriori finanziamenti alle scuole cattoliche. Il gentile Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, ha definito quello del Papa, un buon viatico per il lavoro del governo. Ed ha ragione.
L’apprezzamento pontificio non è cosa di tutti giorni e con ragione il popolo della libertà esulta, mentre i vari leader assicurano che il “programma” dettato dal Vaticano sarà attuato. Il Partito Democratico osserva un rispettoso silenzio. Soltanto Pannella e pezzi della sinistra extraparlamentare, rivendicano il valore della laicità dello Stato. Ma sono minoranze che poco incidono nel concreto svolgersi delle scelte politiche del Paese.
A leggere i giornali non sembrerebbe proprio che il clima politico sia entusiasmante. Episodi di xenofobia si mescolano quasi quotidianamente ad una sorta di giustizia fai da te che rende precaria la vita non soltanto agli immigrati clandestini, ma anche a quelli che clandestini non sono. L’italica creatività ha prodotto, unico Paese in Europa, le ronde a salvaguardia della sicurezza e del decoro delle città . Non succede soltanto nelle città amministrate dalla Lega. Le ronde sono patrimonio anche di alcune amministrazioni di centrosinistra a conferma che è sempre più difficile capire dove sta la destra e dove la sinistra. Il ritardo con cui la sinistra ha avvertito l’esplodere della questione sicurezza è stato uno dei motivi della sconfitta elettorale. Si può anche arrivare in ritardo nel capire un’emergenza, ma la cosa che più angoscia è l’incapacità del centrosinistra di dare una risposta diversa da quella della tolleranza zero, all’ondata di immigrazione che sconvolge anche l’Italia.
Gli studiosi sostengono che il 2% del prodotto interno lordo sia dovuto a lavoratori clandestini. E’ noto che senza il lavoro degli immigrati interi settori dell’economia si fermerebbero al Nord, al Centro, al Sud del Paese. La cronica carenza di servizi sociali a sostegno delle famiglie è sdrammatizzata dal lavoro di assistenza di lavoratori e lavoratrici provenienti da tutto il mondo. L’Italia ha bisogno di questa forza lavoro ma nessuna politica di integrazione è stata fino ad oggi capace di dare dignità a questi uomini e donne.
Nella mia giovinezza politica sono andato spesso ad incontrare le comunità di italiani sparse per il mondo. L’Umbria è stata terra di emigrazioni massicce e soltanto nel 1972 ha recuperato gli abitanti del 1953. Non erano esperienze allegre quelle del lavoro politico tra gli emigranti del Belgio, della Svizzera o dell’Argentina. L’emigrare è drammaticamente triste e spesso non basta trovare un lavoro decente per superare il disagio della lontananza dalla propria terra. Quanti umbri, veneti, friulani, calabresi sparsi in ogni angolo del globo che negli anni sono divenuti classe dirigente in Paesi lontani. La memoria di quel travaglio che svuotò tante nostre città , dovrebbe essere insegnata nelle nostre scuole. Forse aiuterebbe ad affrontare con maggiore saggezza la problematica di un processo, le ondate migratorie, che ci preoccupa anche perchè difficilmente arrestabile. Se non mutano i rapporti economici tra Paesi ricchi e Paesi poveri la speranza di una vita migliore continuerà a spostare milioni e milioni di uomini e donne verso l’occidente ricco.
I processi di integrazione dei nostri emigranti si differenziava molto da zona a zona. I problemi erano molti, ma dappertutto era sottolineata un’esigenza primaria da soddisfare. Impossibile qualsiasi integrazione in mancanza del diritto al voto. Amministrativo innanzi tutto ma spesso anche il voto per le elezioni politiche. Giustamente si rivendicava il diritto a partecipare al processo democratico come condizione decisiva per l’inserimento nella società ospite.
Il diritto al voto è diritto primario in una società democratica. (altro…)