Brutture

Una mela al giorno toglie il medico di torno. Uno spot al giorno consente a Berlusconi di rimanere il politico più amato dagli italiani. Tanto amato che anche “Il Riformista” diretto da Polito e di proprietà  della famiglia Angelucci, si è sentito in dovere di indire un premio e di nominare Berlusconi il politico dell’anno. Giusto il riconoscimento perchè di spot il Cavaliere ne ha per tutti i gusti e Polito ha un palato raffinato. Quando, Berlusconi propone che gli affaticati parlamentari non abbiano più la responsabilità  di votare le leggi delegando il voto ai propri capi gruppo, il Cavaliere è coerente con la Sua idea di democrazia. E’ vero che anche nelle democrazie popolari di sovietica memoria i parlamentari avevano almeno il diritto di partecipare al voto ed è vero che in nessuno Paese democratico al mondo c’è qualcuno che vuol sequestrare l’elementare concetto di una testa, un voto. Ma in tutti i Paesi i parlamentari sono eletti dal popolo e non nominati dai capi partiti come succede ai parlamentari italiani. Essendo poco più che impiegati della ditta Berlusconi e Compagni, i membri di Camera e Senato non devono rispondere a nessun altro che a chi li ha miracolati con un seggio in Parlamento. La Costituzione dice un’altra cosa? (altro…)

Dividendi e divisioni

Venerdì scorso ho letto online, a firma Franco Bechis, all’indirizzo www.italiaoggi.it, la seguente notizia: “Silvio Berlusconi si è messo in tasca all’inizio di quest’anno un assegno da 159 milioni, 335 mila, 953 euro e 92 centesimi. Una maxi-somma rara anche per gli imprenditori. Ma soprattutto superiore di oltre la metà  ai 102 milioni che il presidente del Consiglio e indirettamente principale azionista del gruppo Fininvest – Mediaset si era messo in tasca solo un anno fa. Si tratta dei dividendi che gli hanno erogato le quattro società  direttamente controllate, le holding prima, seconda, terza e ottava che controllano la maggioranza del capitale del gruppo Fininvest. Berlusconi è fra i pochi, pochissimi imprenditori italiani a essere diventato più ricco proprio nell’anno orribile della crisi finanziaria internazionale”.
Oggettivamente è legittimo l’ottimismo del nostro Capo rispetto alla crisi. In questi sedici anni dalla Sua discesa in campo le Sue aziende sono passate da un indebitamento di seimila miliardi delle vecchie lire ai dividendi descritti da Bechis. Come si fa a parlare di crisi? La smettessero i giornali di seminare il panico, dice il Cavaliere.
E’ vero. Esplode la cassa integrazione, i precari vanno a casa a migliaia, i consumi delle famiglie crollano, ma i Suoi dividendi aumentano. Allora perchè drammatizzare?
Se Obama definisce atroce l’aumento della disoccupazione in USA, i nostri governanti perpetuano il gioco delle tre carte nel presentare i provvedimenti di contrasto alla crisi. Respingono ogni proposta che, flebilmente, presenta l’opposizione parlamentare denunciandone la demagogia. Non ci sono i soldi per l’assegno di disoccupazione proposto da Franceschini, ribadiscono indignati gli stessi che non hanno battuto ciglio nel regalare agli amici i 5-6 miliardi dell’affaire Alitalia o i 4-5 miliardi annullando l’ICI  ai ceti più abbienti dopo che il governo Prodi l’aveva tolta soltanto alle fasce deboli della popolazione.
Il Consiglio dei Ministri ha deliberato venerdì interventi per 56 Miliardi. Una cifra significativa. In realtà  si tratta di interventi già  previsti come quelli per le infrastrutture deliberati dal CIPE ma privi di copertura finanziaria fino al 2010. O già  concordati con le regioni qualche settimana fa, i 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali. Ma la propaganda è l’anima del commercio e Berlusconi è un maestro, un carismatico Cesare capace di mobilitare le masse, un illusionista di grandezza ineguagliabile.
Come tutti gli imperatori vuol lasciare segni fisici del Suo potere. Cosa di meglio del ponte di Messina. E’ vero la Calabria è una frana continua e in Sicilia le ferrovie e le strade sono arcaiche e fatiscenti e mancano gli acquedotti in molte città , ma il ponte sarà  il segno della grandezza di chi lo ha deciso. E poi sarà  la decima volta che viene posta la prima pietra dei lavori per il ponte. Importante è l’annuncio. Poi la gente dimentica.
Difficile assegnare ai sondaggi il crisma dell’infallibilità , ma le previsioni elettorali per il PD e la sinistra sembrano confermare l’impressione che le prossime elezioni amministrative e per il parlamento europeo saranno decisive per le prospettive del Paese. Le crisi economiche possono attivare processi politici che difficilmente portano consensi alle forze progressiste. Specialmente se queste appaiono divise e prive di proposte convincenti. E’ la destra che trova vantaggi dai disastri sociali che l’ideologia liberista ha provocato. Sembra paradossale, ma in mancanza di partiti di sinistra capaci di organizzare la protesta, questa si rivolge contro tutto ciò che appare di sinistra. L’elettore medio del centrodestra è assolutamente convinto che l’Italia prima di Berlusconi, sia stata governata dai comunisti e il debito pubblico italiano è stato il risultato di quegli spendaccioni servi di Mosca e non dei governi del pentapartito diretti da Andreotti e Craxi. Il fatto che il PCI non esiste più da 19 anni è ininfluente l’anticomunismo rimane di moda.   (altro…)

Identità 

Che il centrosinistra sia vicino al collasso assieme alla variegata sinistra è fuori di dubbio. Le elezioni in Sardegna sono state la conferma che Berlusconi vince perchè il centrosinistra appare all’elettorato disunito e che il crollo elettorale del PD è dovuto principalmente a una massiccia astensione. Lo scarto tra i voti presi da Soru e quelli della coalizione dimostra che non basta un buon candidato quando i partiti che lo sostengono non sono credibili. E il PD per adesso non lo è, come non lo sono i partiti ambientalisti o quelli che sventolano falce, martello e stella. La questione è come reagire al disastroso esito del tentativo di unificare i riformisti di provenienza diessina e dei cattolici democratici. Cosa mettere in campo per costruire una sinistra capace di rappresentare qualcosa di diverso dei gruppi dirigenti in servizio permanente? Tutti i dirigenti del PD assicurano che non si torna indietro e che il partito avrà  un futuro radioso. Per intanto è stato eletto un “reggente” che dovrebbe assicurare la transizione verso il congresso di ottobre. Franceschini ha ottenuto circa 1200 voti su una platea di circa 1300 votanti. Una percentuale altissima che nasconde il fatto che l’assemblea nazionale è composta da 2800 membri. Cioè la maggioranza degli aventi diritto al voto non ha partecipato all’assemblea romana, sono stati a casa a vedere la TV. Il PRC tira dritto nel suo progetto identitario e gli altri raggruppamenti non sembrano in grado di andare ad un progetto di aggregazione capace di mettere insieme le spoglie delle tante sigle. Una desolazione. (altro…)

Il popolo degli ex

E’ nello stile dell’uomo. Lui ci prova sempre. Poi, forte della certezza che pochi leggono i giornali e che comunque le televisioni sono in genere quasi tutte al Suo servizio,  smentisce e nega anche l’evidenza. Così venerdì siamo stati rassicurati che Berlusconi ha un grande feeling con il Presidente Napolitano e che la Carta Costituzionale è adorabile. In realtà  le cose stanno diversamente e forse questa volta Berlusconi ha esagerato.
Il Capo ha tastato il polso al Paese prefigurando un percorso d’assalto al sistema istituzionale previsto in una repubblica parlamentare come è quella Italiana. Una strada che doveva terminare con la costruzione di una repubblica presidenziale non modello Usa, ma modello sudamerica anni ’50. Le reazioni sono state aspre e hanno visto in campo le forze più diverse in difesa del garante della Carta e del modello di democrazia incentrato sulla divisione dei poteri. Il PD ha addirittura indetto una manifestazione di piazza e moltissimi appelli in difesa di Napolitano hanno avuto migliaia di adesioni.
Per molti è apparsa intollerabile la canea della destra attorno alla tragedia di una ragazza e ignobile la strumentalizzazione di Berlusconi al fine di dare un colpo al diritto dovere di Napolitano di garante e custode della legge fondamentale dello Stato.
Il caso Englaro ha messo in luce due caratteristiche dell’Italia di oggi: la perdurante influenza della Chiesa cattolica e l’insofferenza del primo ministro Silvio Berlusconi per lo Stato di diritto. E’ quanto sostiene con ragione “The Economist” del 12 febbraio. (altro…)

Il caudillo

Soltanto nelle dittature vincere le elezioni significa ottenere il potere assoluto. Nelle democrazie diventare capo del governo autorizza, nel rispetto della Costituzione, ad amministrare secondo le leggi vigenti e a legiferare, attraverso il parlamento. Anche nelle repubbliche presidenziali, il presidente della repubblica o il capo del governo devono rendere conto ad altri poteri dei loro comportamenti. Una democrazia senza pesi e contrappesi non è una democrazia. Banalmente semplice. Succederebbe il finimondo in tutti i paesi democratici se un potere tentasse di prevaricarne un altro. Forte dell’esimio parere di Antonio Baldassarre, candidato dalla destra a sindaco di Terni, Berlusconi ha annunciato che Lui vuole governare attraverso i decreti legge. Se non potrà , ricorrerà  al popolo per cambiare la legge fondamentale della Repubblica. (altro…)